
Una badante porta a passeggio un’anziana (foto repertorio)
Sondrio, 27 giugno 2018 - Prima erano quasi inesistenti. Ora invece, con la crisi e il bisogno di occupazione, sono in crescita. Parliamo delle badanti di nazionalità italiana. Fino a qualche anno fa, il mestiere era appannaggio delle straniere, negli ultimi tempi, invece, il numero di connazionali che le ricercano è aumentato. Lo dice l’Osservatorio Inps sui lavoratori domestici riferito al 2017: se i lavoratori domestici diminuiscono lievemente, nel complesso, aumentano le colf e le badanti italiane. Vale anche per la provincia di Sondrio, in base ai dati forniti da sindacati e cooperative sociali come Grandangolo, che gestisce due sportelli badanti, a Sondrio e Morbegno, in convenzione con gli Uffici di piano del capoluogo e della città del Bitto, e il consorzio Solco, a sua volta convenzionato con l’agenzia Mestieri.
Allo sportello di Sondrio, aperto lunedì, dalle 16.30 alle 18.30, per le famiglie e giovedì, dalle 14 alle 16, per le aspiranti collaboratrici familiari, nel 2017 «si sono rivolte un centinaio di famiglie di cui metà proprio del capoluogo», spiega la presidente, Mascia Grippa. «Mentre le assistenti familiari sono state 250, di cui il 70% straniere, in prevalenza dell’Est Europa, ma anche di Africa, India e Sri Lanka. Quelle di nazionalità italiana sono il 30%», precisa. Rispetto agli anni scorsi, «la crisi ha portato alcune connazionali, spesso non più giovani, a rimettersi in gioco».
Nello sportello di Morbegno, in via Beato Andrea 16, aperto martedì, dalle 14 alle 16, per le badanti e giovedì, dalle 8.30 alle 10.30, per le famiglie, il trend è simile. «Si è rivolta a noi circa una sessantina di famiglie e 90 candidati all’assistenza, prevalentemente donne, anche se gli uomini sono molto richiesti per la forza fisica - aggiunge - Italiane in crescita anche qui rispetto al passato».
Gli sportelli, gestiti da diversi soggetti e presenti anche a Tirano, Chiavenna e in Alta valle, nascono per assistere le famiglie che stanno cercando un aiuto in casa sulle 24 ore o part- time. Pure nei database della Cgil le italiane sono più del passato. «Partivamo da zero, ora ne contiamo poco meno di dieci. Cercano un modo per avere contributi pagati o per arrivare alla pensione. L’età, infatti, è avanzata», dichiara Daniele Busin, che si occupa del settore.
Quanto alle persone che richiedono il servizio «sono passate dalle 96 del 2016 a più di 120», specifica. «Avere una persona in casa costa meno della casa di riposo che, tra l’altro, ha tempi di attesa lunghi». Si parla tanto di cronicità, di bisogno di assistenza nel lungo periodo, ma, ad oggi, troppo spesso, le badanti rappresentano l’unica concreta via d’uscita per le famiglie che, altrimenti, sarebbero sole ad affrontare situazioni di difficoltà anche estrema.