Armò il nipote contro il rivale Lo zio è stato rinviato a giudizio

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È stato rinviato a giudizio Antonio Di Sanzo, il 27enne di Montichiari accusato di avere armato il nipote tredicenne per sparare al rivale in amore. Il gup, Andrea Gaboardi, ha fissato il processo il 17 febbraio. Tentato omicidio aggravato – dalla premeditazione e dall’induzione di minore alla commissione di delitto – ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco sono i reati contestati dal pm Alessio Bernardi. I fatti risalgono allo scorso 2 aprile. Quella sera Manuel Poffa, 31 anni, vicino di casa dell’imputato, rimane ferito in un misterioso agguato mentre passeggia ai Chiarini in sua compagnia. Un ciclista in corsa – il nipote di Di Sanzo, si scoprirà – lo ha avvicinato e gli ha sparato un colpo di pistola alle spalle. Il proiettile per miracolo non gli trapassa gli organi vitali e lui si salva. Nel giro di poche ore i carabinieri della compagnia di Desenzano del Garda e la procura chiariscono che Di Sanzo quella sera ha incontrato Poffa – costituito parte civile - con cui è in lite per una ragazza contesa. Sulla scena, mentre i due uomini camminano vicino alla scuola elementare, compare appunto il ciclista armato, il minorenne, al quale stando all’accusa lui stesso ha messo in mano una calibro 22 chiedendogli di usarla contro il rivale. Sa che il nipotino avendo meno di 14 anni non è imputabile. Una versione negata da Di Sanzo – ieri in aula – a suo dire legato da amicizia decennale con Poffa. "Mio nipote si è inventato tutto, non è credibile". A casa del 27enne sono stati recuperati una pistola con matricola abrasa e sei proiettili ritenuti compatibili con quelli rinvenuti sulla scena del delitto. Quanto al ragazzino, che subito aveva ammesso gli addebiti ed è ristretto in comunità.