Omicidio Laura Ziliani Temù: "Era appena sparita e già chiedevano di sbloccare i conti"

Al processo un’impiegata del Caf racconta la telefonata della madre di Mirto, il fidanzato-amante a processo con le due figlie dell'ex vigilessa

Laura Ziliani con le sue aguzzine: le figlie Paola e Silvia

Laura Ziliani con le sue aguzzine: le figlie Paola e Silvia

All’indomani della scomparsa di Laura Ziliani, 55enne ex vigilessa di Temù uccisa dalle figlie Paola e Silvia, 20 e 28 anni, e dal fidanzato della maggiore, amante pure della minore, Mirto Milani, 28, a processo in Assise per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere, un’impiegata dal Caf di Lecco ricevette una chiamata singolare. Le ricerche giravano a pieno ritmo senza esito, le sorelle lanciavano appelli lacrimevoli alle televisioni. A comporre il numero, la madre di Mirto, Mirna Donadoni, la quale, saputo della sparizione, fece le valigie e da Lecco si trasferì a Temù, nella casa di via Ballardini, dove era stato compiuto il delitto, per una lunga vacanza.

"Era maggio 2021, ricordo una donna che si presentò come la mamma di un ragazzo alla cui fidanzata era scomparsa la madre - ha riferito l’impiegata -. Disse che chiamava da Temù. Voleva informazioni su pratiche successorie e in particolare intendeva sapere come fare per svincolare dei conti correnti in caso di morte del titolare per evitare il blocco della banca". Una telefonata sinistra. "Risposi che finché non c’era il decesso non si poteva procedere a svincolo. Lei però insisteva, parlava di necessità e urgenza perché sosteneva che le figlie della donna erano rimaste sole e c’era da pensare a una terza sorella disabile. Le consigliai di rivolgersi a un avvocato".

Abitudini rivoluzionate

Una vicina di casa di via Ballardini ha riferito di un radicale cambiamento di abitudini della famiglia Milani subito dopo la sparizione. "Laura in genere arrivava a Temù nei fine-settimana e quando veniva lei Mirto se ne andava" ha raccontato ai giudici Nicoletta, le cui finestre si affacciano sulla zona notte dell’appartamento di Zani-Ziliani. L’attenzione della dirimpettaia in quei giorni di maggio fu attratta da delle stranezze: "Laura era appena scomparsa e notai che arrivarono i genitori di Mirto. Si accasarono in via Ballardini, avevano portato in casa giacche e vestiti. Li vedevo mettere tende, dormire nel letto di Laura, svuotare scatoloni, pulire di continuo. Sono rimasti a lungo, anche una volta che le ricerche furono sospese e le ragazze erano ormai tornate a Brescia".

Terminati i testi dell’accusa, il 30 marzo ci sarà la deposizione degli imputati. Prima però il professore Giacomo Filippini è chiamato dalla Corte a esprimersi sull’opportunità di sottoporre il trio a perizia psichiatrica, come chiesto dalla difesa.