Allarme bostrico nelle foreste: nuovi focolai in Val Camonica

Il coleottero sta infestando i boschi da Edolo a Pisogne. I tecnici della Comunità montana al lavoro per contrastarlo

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La tempesta Vaia dell’ottobre 2018 non solo ha distrutto ettari di boschi in Valcamonica e nei territori adiacenti, ma ha anche favorito la diffusione del bostrico, per cui sin dal 2019 è stato attuato un piano di monitoraggio quinquennale, arrivato alla quarta campagna, terminata il 5 ottobre scorso. L’analisi del numero di catture medie annuali rivela valori medi ben al di sopra dei cautelativi 8.000 insettitrappola. Che in quattro anni sono, sempre restando nella media, 26.695.

Come dal report - elaborato da Alessandro Ducoli del Servizio bonifica e foreste della Comunità montana Val Camonica e dal responsabile Gian Battista Sangalli - "non va esclusa la possibilità che gli insetti abbiano esaurito il materiale attaccabile in un sito, preferendo una migrazione altitudinale o latitudinale".

Purtroppo il bostrico, dal 2018, ha esteso la sua presenza a Edolo, Ossimo, Corteno Golgi, Borno, Vione, Lozio, Incudine, Breno e in particolare alla Val d’Egna e a Pian d’Astrio, Cevo, Monno, Cedegolo, Prestine, Bienno, Esine, Darfo Boario Terme, Angolo Terme, Gianico, Ceto, Sonico, Cimbergo, Saviore dell’Adamello e persino nei boschi di Pisogne, sul lago d’Iseo.

Un vero e proprio allarme ambientale, dunque. Durante tutte le campagne il lavoro è stato intenso. I tecnici della Comunità montana della Val Camonica, coordinati da Gianbattista Sangalli, hanno segnalato tutte le superfici con presenza di focolai attivi, giunti talvolta dopo avere esaurito il legno a loro disposizione in altre aree. Sono anche state segnalate quelle aree dove il bostrico potrebbe arrivare e attaccare altre piante sane, in quello che si presenta come un percorso deleterio per i boschi camuni e in particolare per i meravigliosi abeti rossi.

"Nonostante gli sforzi, la situazione generale già evidenziatasi al termine della stagione 2021, ha rilevato una preoccupante espansione di nuovi focolai in nuovi siti: Bienno-Faisecco, Ceto-Val Paghera, Saviore dell’Adamello-Fabrezza-Valle; Sonico-Val Malga e Cimbergo-Paere. Per quanto attiene la programmazione in corso – dice lo studio presentato dalla Comunità montana di Val Camonica – si sottolinea la necessità di un più concreto allineamento della programmazione regionale rispetto alle oggettive urgenze d’intervento, ovvero, di una più efficace programmazione dedicata, attenta, senza però l’urgenza di risolvere una situazione che potrà riallinearsi alla norma solo assecondando i ritmi lenti propri degli ecosistemi forestali".

Occorrerà "concentrare gli sforzi su eventuali siti in cui sono state rilevate piante con insetti in fase svernante e che ogni lotto possa vedere l’allestimento di cataste esca da attivare a primavera con cartuccia feromonica, adeguatamente sorvegliate per la verifica dell’eventuale aggressione da parte degli insetti e sottoposte a scortecciatura prima del completamento dello sviluppo larvale".

I tecnici della comunità montana auspicano che si possa procedere sui lotti privati, dove non sono previsti interventi.

Milla Prandelli