
Marco Paganoni di Pro Patrimonio punta a riscoprire animali e vegetali locali
Albosaggia (Sondrio) - Cento e passa anni e non sentirli. Questa l’età di Emma, una varietà di fagiolo borlotto coltivata ad Albosaggia e riscoperta e tutelata recentemente da Pro Patrimonio Montano. "I fagioli erano di proprietà di una signora, Emma Sciaresa, che li aveva ricevuti in dono da sua madre che, a sua volta, li aveva ereditati dalla propria mamma – spiega Marco Paganoni, di Pro Patrimonio Montano – Emma è un fagiolo particolarmente gustoso, con un retrogusto che ricorda quello delle castagne, ad alta produttività. Come tutte le varietà antiche, è molto saporito. Inoltre, sembra essere particolarmente resistente agli afidi, alle malattie e al freddo. La produttività è leggermente diminuita negli anni, ma è bastato variare il terreno di coltura, dal versante orobico a quello retico, perché desse nuovamente grandi soddisfazioni. L’idea è quella di far girare le sementi per poter mantenere sempre alti i livelli di produttività. Il fagiolo si sta diffondendo sempre di più nel nostro territorio e chi l’ha coltivato ci ha fornito dei riscontri estremamente positivi".
Molti i progetti e le specie tutelati da Pro Patrimonio Montano. I più famosi sono quelli che riguardano il maiale nero e la pecora ciuta. "Si credeva che la lana di queste pecore fosse di bassa qualità e che non valesse la pena filarla – afferma ancora Paganoni, responsabile dei progetti relativi sia al maiale sia alla pecora – in realtà, ultimamente, si sta cambiando opinione. La lana della pecora ciuta presenta diversi colori (dal bianco al nero passando per il grigio e il marrone) senza bisogno di tingerla. Diverse donne hanno provato a lavorarla, ottenendo ottimi risultati, tra cui Silvana Cerasa, la veterinaria di Morbegno a cui si deve, tra l’altro, la riscoperta della pecora ciuta. La dottoressa Cerasa, ogni anno, realizza degli splendidi lavori, occupandosi della lavorazione della lana dall’inizio alla fine: la lava, l’asciuga, la fila per poi dar vita a quelle che ritengo vere e proprie opere d’arte". Non solo lana: ultimamente si sta riscoprendo anche la carne e il latte di questa pecora alpina: "La nostra pecora è stata citata anche dalla prestigiosa rivista Eurocarni, così come l’Onas (Organizzazione nazionale assaggiatori salumi) ha speso diverse parole, a livello nazionale, circa il maiale nero, fatto che per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione", conclude Paganoni.