L’osso gigante, che per mesi è stato esposto in piazza sul lungolago a Lecco, ora è in ospedale all’Alessandro Manzoni. Del resto è quello il suo posto.
Il monumento, alto tre metri e mezzo e dal peso di quattro quintali, realizzato dall’artista albanese Jetmir Pjeternikaj, raffigura una tibia trattata con il metodo ideato dall’ortopedico sovietico Gavriil Abramovic Ilizarov. Il metodo Ilizarov è una tecnica che agli inizi degli anni ‘80 è stata esportata in Italia proprio in ospedale a Lecco dall’alpinista ed esploratore lecchese Carlo Mauri, scomparso il 31 maggio 1982 all’età di 52 anni.
Dopo essere stato operato e curato lui stesso nel 1980 in Siberia da Ilizarov, Mauri ha suggerito di applicare la tecnica anche a Lecco ai suoi amici dottori Angelo Villa e Maurizio Castagni e al professor Roberto Cattaneo. Il metodo viene utilizzato anche oggi: a Lecco sono stati operati oltre diecimila pazienti e la tecnica è stata insegnata a più di tremila medici di tutto il mondo.
La statua è stata inaugurata ieri nella sua nuova collocazione.
Al taglio del nastro hanno partecipato sia Francesca Mauri, sia Barbara Cattaneo, figli dei due pionieri, uno della montagna e dell’esplorazione, l’altro della medicina.
D.D.S.