Sondrio, 24enne segregata da marito e suocera: senza cibo e minacciata. Liberata dai carabinieri

Il matrimonio per procura e il viaggio per conoscere lo sposo, che è un cugino. L’incubo di una pakistana guardata a vista

Carabinieri in azione

Carabinieri in azione

Sondrio – Picchiata , minacciata, costretta a una vita di rinunce, anche per quanto riguarda l’alimentazione quotidiana, finché è riuscita a informare la famiglia d’origine, in Pakistan, la quale, a propria volta, ha allertato un parente in Italia, fuori dalla Lombardia. E l’uomo si è precipitato nella caserma dei carabinieri di Sondrio per denunciare quanto da alcuni mesi stava accadendo. I militari del Nucleo operativo e radiomobile del maggiore Nicola Leone, alla guida della compagnia del capoluogo valtellinese, con il supporto dei colleghi della stazione cittadina, l’hanno liberata da un vero incubo.

Fino all’arrivo dei militari, aveva vissuto una vita di costrizioni. Era stata obbligata dai genitori a nozze combinate - peraltro con un matrimonio celebrato tramite una piattaforma Internet - poi è stata segregata dal marito e dalla suocera. La ragazza residente a Sondrio era anche vittima di maltrattamenti e violenze.

In carcere, nella sezione femminile del Bassone di Como, l’altro giorno è finita la suocera, di 52 anni, mentre il marito, di 24, è stato rinchiuso nel carcere di via Caimi del capoluogo valtellinese. Le accuse per entrambi sono di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. La coppia, dalla fine dello scorso ottobre, risiedeva nella città dove l’uomo faceva il magazziniere per una ditta della zona.

La ragazza è stata obbligata dai genitori a sposare il cugino all’età di vent’anni, senza mai averlo visto prima di persona. Dopo il lungo periodo di separazione forzata, nel mese di ottobre dello scorso anno si è trasferita a Sondrio, dove finalmente ha potuto conoscere il marito ed iniziare con lui una difficile convivenza a causa della contestuale presenza nell’abitazione dei suoceri e di due cognati. Da subito la coabitazione si è rivelata opprimente per via dell’assillante ingerenza della suocera, che ha costretto la ragazza di 24 anni a condurre una vita di privazioni senza darle la possibilità di uscire di casa, né di poter avere alcun contatto con persone estranee al ristretto gruppo parentale.

Alla giovane è stato proibito, inoltre, di imparare l’Italiano ed è stata obbligata a svolgere solo faccende domestiche, con rari spazi di autonomia dove riusciva, di nascosto, a telefonare ai propri genitori in Pakistan. Finalmente è riuscita a spiegare ai parentila situazione e questi ultimi hanno chiesto a un loro familiare residente fuori provincia di chiamare i carabinieri.

"Ma prima – trapela da fonti giudiziarie della Procura che ha coordinato il blitz – la giovane non aveva trovato il coraggio di raccontare la storia, anche perché sotto continue minacce di possibili ritorsioni ai genitori in patria, in particolare contro la madre cardiopatica. Lei, una giovane molto minuta, viveva una condizione di totale sottomissione, quasi fosse in stato di schiavitù, con limitazioni anche igieniche in un appartamento però dignitoso, tenuto in ordine. Nessuna lite, nessun urlo. I vicini di casa quindi non si sono resi conto di quanto avveniva fra quelle mura. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’alloggio lei è cors a verso uno di loro abbracciandolo, sentendosi finalmente libera".