MAURIZIO MARIA FOSSATI
Salute

Quel grido di dolore interrotto dall’eugenolo

Il principio attivo contenuto nell’olio di chiodi di garofano è ottimo contro il mal di denti perché blocca la proteina che trasmette le fitte

di Maurizio Maria Fossati

Ricordate che la saggezza delle nostre nonne consigliava di usare l’olio di chiodi di garofano come rimedio naturale per combattere il mal di denti? Ebbene, oggi, la ricerca di base ci spiega con chiarezza il perché dell’efficacia di questa antica cura: l’olio di chiodi di garofano contiene un principio attivo (chiamato eugenolo) che blocca l’attività della proteina TRCP5, responsabile della trasmissione degli impulsi dolorosi che partono dai denti e raggiungono il cervello. Curiosità a parte, la vera scoperta è la funzione di questa proteina che si trova negli odontoblasti, le cellule che formano il guscio di dentina appena sotto lo smalto dei denti. Essa è responsabile della trasmissione dei segnali del dolore che dai denti raggiungono il cervello, ma soprattutto dell’ipersensibilità dentale dovuta al freddo.

Non è raro che una bibita ghiacciata o un gelato possano innescare un improvviso, forte dolore in chi ha una carie o le gengive infiammate o arretrate. Ebbene la colpa è proprio della TRCP5 analizzata dai ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) e definita il “sensore”, o meglio il “termometro” della rilevazione del freddo. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica online “Science Advances”.

"La scoperta – spiega il patologo Jochen Lennerz dell’MGH – potrebbe portare a nuove terapie mirate contro l’ipersensibilità al freddo e i dolori dentali. Interferire con la proteina ci potrebbe permettere di inibire il dolore". La scoperta è stata fatta studiando i topi di laboratorio: i roditori che venivano privati del gene che codifica la proteina TRCP5 non percepivano dolore neppure quando subivano lesioni ai denti. Certamente il passaggio dall’animale all’uomo non è né immediato, né scontato, a partire dal fatto che i roditori non hanno una struttura odontoiatrica simile a quella dell’uomo. Ma i risultati sono promettenti e si spera di poter realizzare gomme da masticare e prodotti da applicare ai denti contro il dolore. Si ritiene, infatti, che l’ipersensibilità al caldo e al freddo possa essere una naturale difesa dell’organismo di fronte all’aggravarsi di una situazione infiammatoria eo di scarsa protezione del dente. Un meccanismo di salvaguardia simile a quello, piuttosto noto, di quando allontaniamo una mano dal fuoco perché il dolore della scottatura agisce come campanello d’allarme rispetto al danno ben maggiore di un’ustione più grave.

Con una situazione di freddo intenso, la proteina TRCP5 apre i canali posti sulla membrana degli odontoblasti aumentando l’ingresso degli ioni calcio. Se la polpa dentale è infiammata, per esempio per una carie, TRCP5 è molto abbondante e induce un aumento dell’attività elettrica dei nervi che vanno dalle radici del dente al cervello. Fastidi simili possono insorgere anche quando le gengive si ritirano esponendo una nuova zona del dente. L’ipersensibilità dentaria, che solitamente aumenta con l’avanzare dell’età, è un disturbo che colpisce tra il 25 e il 30 per cento della gente.