
di Gloria Ciabattoni
Non c’è niente di più antico e di più moderno delle terme: sono un vero e proprio ponte che unisce il nostro oggi a un passato remoto. Fin dai tempi dei Romani erano conosciute le proprietà di alcune acque e nel corso dei secoli non vennero mai dimenticate, anche negli "anni bui" del Medioevo. Anni che tanto bui non erano perché già si indagavano le loro caratteristiche: quelle salsobromoiodiche venivano impiegate in caso di sterilità della donna, e quelle sulfuree per le malattie della pelle. Ma il boom le terme lo conobbero agli inizi del ‘900 quando l’alta borghesia andava a "passare le acque", e le vacanze termali significavano, per chi se lo poteva permettere, in autunno un prolungamento di quelle estive e, in primavera, un anticipo. Da allora in poi, e fino ai nostri giorni, sono stati costanti gli studi sulle capacità di quelle acque di guarire da numerose patologie.
L’Italia è fortunata, ci sono terme in tutta la Penisola: sotto le vette alpine, sulle coste, all’interno, quindi si tende sempre più ad unire il soggiorno termale ad una vacanza. Anche il contesto delle terme aiuta a rilassarsi: se un tempo gli stabilimenti termali erano simili ad ospedali, oggi sono edifici progettati da architetti specializzati a renderli non solo funzionali ma esteticamente gradevolissimi, senza contare che sorgono per lo più in contesti dove la natura la fa da padrona, o in prossimità di una città d’arte. In Italia sono circa 350 le aziende termali (il 14,6 per cento in Toscana e il 10,3 per cento in Emilia Romagna), con 17 mila addetti, un fatturato di 380 milioni di euro, di cui circa 200 a carico del Servizio Sanitario Nazionale (sono il 72 per cento i pazienti convenzionati), e creano un fatturato indotto di circa 4,5 miliardi (settore turistico-alberghiero e altro) con 73 mila addetti. Le malattie più curate sono quelle di naso e gola (29,4 per cento), le artroreumatiche (29 per cento) e quelle dell’apparato digerente (22,2 per cento).
Il panorama termale offre una vasta gamma di acque, con differenti proprietà. Ci sono le Acque Solfate sono adatte in particolare per le patologie del fegato, dell’apparato digerente e di quello gastrointestinale, sono quindi lassative e digestive. Le cure vengono effettuate bevendo l’acqua oppure applicando dei fanghi sulle zone interessate. Le Acque Sulfuree – ovviamente contengono zolfo – sono quelle più diffuse in Italia e giovano a chi ha problemi respiratori, cutanei e dermatologici e a chi soffre di osteoporosi. Cloro e Sodio si trovano nelle Acque Cloruro-Sodiche, e i due minerali sono utili a chi soffre di malanni legati alle ossa e alle articolazioni, ma anche di problemi reumatici e vascolari, e si utilizzano per trattare disturbi respiratori e digestivi. Le Acque Radioattive possono avere diversi elementi radioattivi presenti in traccia, come il radio, il radon (il più importante ai fini terapeutici), il torio, l’attinio, l’uranio, ecc. Questi elementi stimolano le difese immunitarie e le proprietà anti-infiammatorie. Le Acque Salso-Bromo-Iodiche, ricche di cloruro di sodio, iodio e bromo, vengono impiegate per il trattamento di disturbi osteoarticolari, cutanei e ginecologici. Poi ci sono acque termali che vengono per lo più bevute, come quelle Bicarbonate che aiutano la digestione e la disintossicazione del fegato.
Infine anche l’acqua del mare, pur non essendo termale, è utile alla salute: grazie al suo contenuto salino ha un’azione antibatterica, aiuta a irrobustire le ossa e agevola la circolazione, giova alla respirazione in caso di affezioni alle vie aeree, ed è un’ottima alleata contro la cellulite. Le cure termali sono in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.