Covid e conseguenze mentali, l’Ordine degli psicologi invita a investire nelle scuole

La pandemia sembra agli sgoccioli ma i segni psichici sono evidenti soprattutto nelle giovani generazioni. Di qui l’appello a intervenire

I lockdown hanno indotto conseguenze devastanti nella popolazione

I lockdown hanno indotto conseguenze devastanti nella popolazione

La pandemia di Covid, con i dati in discesa, sembra essere agli sgoccioli. Ma i segni che ha lasciato sulla psiche, in particolare dei più giovani, "rischiano di rimanere se non si investe sulla salute psicologica". E' l'appello, lanciato da David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale Ordine degli psicologi (Cnop) nella Giornata internazionale della felicità. "La pandemia sta finendo - continua - ma il disagio non è finito. Quella psicologica non è un'emergenza archiviata e, se non si fa nulla per contrastarla, può peggiorare nel tempo.

Quello che serve è una strategia che investa nella prevenzione del disagio e nella promozione delle risorse psicologiche di ciascuno. Tutte le agenzie internazionali ci dicono che il benessere si può promuovere, con interventi individuali ma, soprattutto, collettivi. Questo dobbiamo farlo necessariamente. Sembra incredibile che ci sia un Piano nazionale di resilienza ma poi, in realtà, quanto si sta investendo proprio sulla resilienza vera e propria? L'Italia rischia di compromettere il futuro delle giovani generazioni proprio perché c'è un'emergenza sulla quale si è fatto pochissimo".

Per esempio, "lo psicologo a scuola o lo psicologo di base sono due figure che potrebbero essere utili per intercettare il malessere e aiutare ciascuno a trovare le risorse psicologiche necessarie. Ma non si è fatto nulla", dice Lazzari sottolineando che "non si tratta, però, solo di aumentare la presenza di psicologi di riferimento. Serve una battaglia culturale più ampia, che vuol dire promuovere politiche di benessere a tutti i livelli: ambiente, lavoro, studio"