C’era una volta l’incubo Covid, oggi in Lombardia 25 ricoverati e uno solo in terapia intensiva

Tra il 28 e il 29 giugno si è registrato un aumento di 29 casi positivi in provincia di Milano

Personale sanitario in un reparto Covid durante l'emergenze degli scorsi anni

Personale sanitario in un reparto Covid durante l'emergenze degli scorsi anni

Milano, 30 giugno 2023 – Si annuncia sicuramente un’estate non solo senza incubo Covid ma anche senza una presenza particolare del virus. I dati settimanali confermano il calo dei casi e l’incidenza sulla popolazione in Lombardia come in tutta Italia.

I dati lombardi

Ad oggi infatti in Lombardia risulta soltanto un paziente ricoverato in terapia intensiva per il Covid. Sono invece 24 le persone ricoverate con sintomi, ma non in terapia intensiva. Tra il 28 e il 29 giugno si è registrato un aumento di 29 casi positivi in provincia di Milano, di cui 10 in città. Incremento di sei casi nella provincia di Monza-Brianza. Dall'inizio della pandemia sono 46.068 i decessi in Lombardia, 4.119.884 i pazienti dimessi guariti e 4.166.499 i casi positivi totali. Ecco l’incremento dei casi positivi per provincia in Lombardia tra giovedì 29 giugno e mercoledì 28 giugno: Milano: 29 di cui 10 a Milano città; Bergamo: 5; Brescia: 5; Como: 4; Cremona: 3; Lecco: 3; Lodi: 2; Mantova: 3; Monza e Brianza: 6; Pavia: 3; Sondrio: 1; Varese: 4.

I dati nazionali

E' ancora in calo il numero di casi Covid in Italia. Secondo i bollettini settimanali di ministero della Salute e Iss, nell'ultima settimana i nuovi contagi sono stati 4.701, contro i 5.660 della settimana precedente, con l'incidenza che scende da 10 a 8 casi per centomila abitanti. Giù anche l'indice Rt, sceso da 0,82 a 0,68, ben al di sotto della soglia epidemica. In leggero aumento invece i decessi, passati da 76 a 86. Mentre conferma la discesa il tasso di positività, che con 192.906 tamponi eseguiti in sette giorni scende dal 2,9% al 2,6%. Stabili, sempre su quote molto basse, le percentuali di occupazione di posti letto in area medica e in terapia intensiva, che si fissano rispettivamente all'1,5% e allo 0,4%.

Stop al protocollo sicurezza

Intanto l’Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie hanno deciso di ritirare formalmente il protocollo congiunto per la sicurezza sanitaria dell'aviazione varato durante l'epidemia di Covid. Lo comunicano le agenzie Ue "alla luce delle tendenze decrescenti o stabili" nei casi osservate dell'Ue e nello Spazio Economico Europeo a partire da marzo 2023 e della dichiarazione dell'Oms sulla fine dell'emergenza sanitaria. "Nei prossimi mesi - si legge nella nota diramata dalle due agenzie - Easa e Ecdc firmeranno un memorandum d'intesa che consentirà alle due agenzie di collaborare più strettamente, applicando le lezioni apprese durante la pandemia, per evitare, per quanto possibile, che situazioni simili si verifichino in futuro".