Vittorio Sgarbi, addio Lombardia: "Avrei voluto fare l’assessore, ma Forza Italia si è opposta"

Il Consiglio vota l’incompatibilità: “Non nominarmi in Giunta è stato un errore, ma da sottosegretario sarò più utile alla regione”

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Milano – Dice che, fosse stato per lui, sarebbe venuto già ieri al Pirellone a spiegare perché lascerà al medico Nicolas Gallizzi il posto da consigliere regionale conquistato con 873 preferenze nella lista dei Moderati, circoscrizione di Milano, per restare sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni. Ma l’approvazione dell’incompatibilità tra le due cariche da parte del Consiglio regionale, ieri appunto, "era una mera presa d’atto – spiega Vittorio Sgarbi –. Avrei un mese per decidere, ma attenderò che il presidente mi scriva entro dieci giorni, mi sembra elegante, e poi verrò a fare un discorso ai miei colleghi, per mettermi a disposizione della Lombardia e spiegare che ritengo di poterlo fare meglio come sottosegretario che come consigliere regionale".

Se le avessero offerto un posto da assessore alla Cultura sarebbe stato diverso?

"In quel caso avrei avuto il dubbio, sarei stato nella condizione di scegliere. Ci avrei pensato, così invece non c’è da pensarci. È stato l’ultimo errore di Licia Ronzulli (ex coordinatrice regionale di Forza Italia, ndr): se avesse dato ascolto a Berlusconi, a Fontana e alla Santanchè sarei stato l’assessore di tutti e avrei potuto decidere di rimanere in Regione. Così invece non ho un’alternativa reale: come consigliere avrei una funzione meramente ispettiva, sicuramente molto meno utile della funzione esecutiva che invece posso esercitare collaborando con Francesca Caruso".

L ’assessora regionale alla Cultura, di FdI. State già collaborando?

"Certo: le ho già fatto tre o quattro proposte, ad esempio stiamo progettando una mostra sulla pace a Kiev e c’è l’idea di creare un centro regionale per il restauro. L’assessora è già andata a trovare il referente dell’associazione Secco Suardo, che ha sede a Lurano, vicino a Treviglio, e ha un fondo di archivi di grandi restauratori e restauri importanti, dal Cenacolo di Leonardo al Tiepolo a Verolanuova; un fondo senza fondi, che può essere valorizzato. Il dialogo tra Ministero dei Beni culturali e assessorato è possibile senza bisogno che io rimanga in Regione, ma darò la mia piena disponibilità ad ascoltare i consiglieri regionali e a fare da ponte col Ministero".

Nel suo ultimo passaggio al Pirellone ha espresso forti dubbi sull’utilità delle Regioni. Ha detto che sarebbe meglio abolirle...

"È una mia visione: un parlamentare, anche il più operoso, è impegnato dal martedì pomeriggio al giovedì mattina, insomma ha mezza settimana libera e può fare il sindaco, o il consigliere regionale; se i deputati della Lombardia si riunissero almeno una volta al mese potrebbero esercitare loro le funzioni del Consiglio regionale. In generale, io sono per la compatibilità, nel senso che se uno può ricoprire più ruoli prendendo uno stipendio solo è risparmio di denaro pubblico, è la vera spending review, come dimostrò il mio amico Buonanno (Gianluca, scomparso nel 2016, è stato sindaco di Borgosesia, Varallo e Serravalle Sesia in Piemonte, deputato con la Lega ed eurodeputato e si è battuto molto contro le incompatibilità tra cariche elettive, ndr)".

Lei Sgarbi, in effetti, oltre che sottosegretario al Ministero è sindaco di Sutri, assessore alla Cultura a Viterbo, prosindaco a Urbino, commissario per le arti a Codogno, presidente della Fondazione Ferrara Arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova.

"E così come faceva Buonanno, io tutte queste altre cose le faccio gratis: prendo solo lo stipendio di sottosegretario. Dove posso, dove è “compatibile”, lo faccio".