
Vittorio Sgarbi
Milano, 2 magggio 2023 - Vittorio Sgarbi dovrà scegliere tra l’incarico di sottosegretario alla Cultura del governo Meloni e l’essere un consigliere della Regione Lombardia.
Il Consiglio Regionale ha infatti approvato l'incompatibilità sollevata dalla Giunta delle Elezioni nei confronti del critico e politico Vittorio Sgarbi entrato nell'assemblea lombarda alle elezioni del 12 e 13 febbraio con la lista Noi Moderati-Rinascimento.
Dieci giorni per scegliere
Sgarbi, oggi assente in aula, avrà dieci giorni di tempo entro i quali dovrà optare per una delle due cariche, pena la decadenza, una volta trascorsi i dieci giorni, da quella di Consigliere regionale. A lui succederebbe Nicolas Gallizzi, nella lista Noi Moderati - Rinascimento.
La procedura
In aula il consigliere Luca Ferrazzi, presidente della Giunta delle elezioni ha spiegato che Sgarbi "nonostante i solleciti" non ha mai presentato agli uffici la dichiarazione sui ruoli ricoperti e eventuali incompatibilità con quello di consigliere ma "visto che il ruolo che svolge è noto" la Giunta per le elezioni ha inviato al sottosegretario la propria relazione sull'incompatibilità lo scorso 13 aprile, alla quale non sono state presentate da parte di Sgarbi controdeduzioni". Da qui la proposta all'Aula di deliberare l'incompatibilità , così come poi fatto dal Pirellone con il voto di stamane.
“Resto a Roma”
Vittorio Sgarbi già nelle scorse settimane aveva fatto intendere che non lascerà l'incarico a Roma.
Collezione di incarichi
Sgarbi ha attualmente una decina di incarichi: oltre che sottosegretario alla Cultura e consigliere
regionale lombardo, è sindaco di Sutri, assessore alla Cultura della vicina Viterbo, prosindaco di Urbino, commissario per le Arti di Codogno, presidente della Fondazione Ferrara arte, del
Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova.
L’unica presenza al Pirellone
Assente in aula oggi per la terza seduta del Consiglio regionale lombardo, Sgarbi ha partecipato soltanto alla prima riunione di insediamento dell'assemblea, quando aveva contestato la scelta di Francesca Caruso a guida dell'assessorato alla Cultura, una nomina a cui Sgarbi aspirava e che aveva giudicato "politicamente sbagliata".