Lega, l’ex ministro Castelli boccia Salvini: “L’unica speranza è che vada via. Parabola finita”

Il politico lecchese, tra i fondatori del Carroccio, rimarca le critiche verso l’attuale leader del partito, che registra un consenso sempre più basso

Roberto Castelli con il simbolo del suo nuovo partito, il Partito Popolare del Nord

Roberto Castelli con il simbolo del suo nuovo partito, il Partito Popolare del Nord

Milano, 20 marzo 2024 – Complice il crollo dei consensi alle urne e le spaccature sempre più evidenti all’interno del partito, ultimamente la leadership di Matteo Salvini traballa.

A giudicare senza mezzi termini l’operato del segretario del partito anche Roberto Castelli, tra i fondatori del Carroccio e tra i più stretti collaboratori di Umberto Bossi: "L'unica speranza per la Lega è che vada via Salvini, la leadership deve cambiare assolutamente" ha commentato Castelli senza giri di parole.

Le parole di Roberto Castelli

Lecchese, ministro della Giustizia con Berlusconi dal 2001 al 2006, Castelli non vede altre soluzioni per tornare a sperare in un Carroccio decisivo e con le idee chiare. "Il partito – ha spiegato – deve tornare a parlare dei temi del Nord, anche perché sto vedendo che anche quell'adesione che c'era al sud sta rapidissimamente scomparendo e dal punto di vista elettorale servirà a ben poco".

La perdita di voti della Lega

"Quindi di fatto oggi la Lega perde voti al sud perché se ne vanno, perché non è più un partito di potere, non lo sarà più fra poco, e d'altro canto perde voti al nord perché è diventato un partito centralista, meridionalista, ma la verità vera è che ormai la parabola di Salvini è finita e dovrebbe farsi da parte, altrimenti la Lega è morta", sottolinea Castelli che nel 2023 è uscito dalla Lega proprio perché non si riconosceva più nel partito guidato da Salvini.

Ciò che è stato interessante notare negli ultimi risultati delle elezioni regionali in Abruzzo è che il partito guidato da Salvini sia stato superato alle urne anche da Forza Italia, con il 13 per cento, quasi il doppio del risultato della Lega, che ha ottenuto il 7,6 per cento.

La fine della parabola salviniana

"Salvini sta seguendo esattamente la parabola che ha seguito Renzi. Dopo un momento di grande innamoramento, oggi è aspramente criticato e non sa che pesci pigliare, sbatte di qua e di là cercando disperatamente un argomento che possa farlo tornare in auge, ma non lo trova, anche perché la gente ormai ha perso fiducia in lui", conclude Castelli.