Quirinale, il grande flop di Salvini. E la base leghista si rivolta sui social

La rabbia e la frustrazione dei militanti che accusano il Capitano: "Non è ora di mettere la parola fine?". L'ombra di Giorgetti

Matteo Salvini vota per il presidente della Repubblica

Matteo Salvini vota per il presidente della Repubblica

Milano - “Dopo questo ennesimo grande ‘successo’ politico non è ora di mettere la parola fine?”. “Sarà una lunga e dolorosa caduta”. “Sarebbe ora che questo individuo andasse a meditare in qualche solitario posto”.

Sono solo alcuni dei commenti che da ieri sera si sprecano sui profili social di tanti militanti leghisti, dopo la rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella. Ma il destinatario degli sfoghi non è il capo dello Stato. E’il loro leader, Matteo Salvini, il Capitano. Che con la gestione fallimentare delle elezioni del presidente della Repubblica, ha compiuto un altro passo nella parabola discendente che ha imboccato dopo la clamorosa defenestrazione del governo Conte di cui era vicepremier. E così adesso la base della Lega rumoreggia sempre più forte.

Consiglieri comunali, sindaci, semplice militanti: la spina dorsale di quel partito che al Nord, in Lombardia e Veneto in particolare, è da ormai trent’anni al centro della scena politica mentre adesso rischia di ritrovarsi ai margini. Ci sono i nostalgici del vecchio Carroccio (“Il mio ricordo della Lega è il vero fondatore, grazie Umberto!”, “La mia Lega Nord è altro”), ma ci sono soprattutto tanti amministratori locali che, pur non contrari alla svolta nazional-sovranista impressa da Salvini (che comunque, va detto, a suo tempo ha portato significativi ritorni in termini elettorali), si riconoscono maggiormente in figure più istituzionali e moderate. Il ministro Giancarlo Giorgetti, che negli ultimi mesi non ha risparmiato stoccate al Capitano, ma anche il governatore veneto Luca Zaia e lo stesso presidente lombardo Attilio Fontana, sempre attento a non farsi troppo coinvolgere nelle battaglie interne ma sicuramente più affine a un Roberto Maroni che a un Salvini.

Insomma, è possibile che dopo la partita persa del Quirinale, in casa Lega accada quel che fino a un paio d'anni fa sembrava assolutamente improbabile: mettere in discussione la leadership di Matteo Salvini, il 'Capitano di sventura', come alcuni vecchi militanti hanno cominciato a chiamarlo.