Ilaria Cucchi candidata: "Io, dal centrodestra a Fratoianni. È Stefano che mi ha cambiata"

Al Senato a Milano, Lodi e Pavia per Verdi-Si, la sorella del ragazzo ucciso dopo l’arresto: "Una lunga lotta per la giustizia mi ha insegnato a battermi per i diritti di tutti"

Ilaria Cucchi

Ilaria Cucchi

Milano - Ilaria Cucchi , attivista e sorella di Stefano Cucchi (il giovane ucciso a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. Il 4 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva due carabinieri) è candidata per il Senato alle elezioni politiche del 25 settembre nel collegio proporzionale Lombardia 2 (Milano, Pavia e Lodi).

Cucchi, perché ha scelto la lista di Verdi-Sinistra Italiana e il centrosinistra?

"Perché ne condivido i valori. L’incontro con Nicola Fratoianni è stato determinante. Mi ha chiesto di esserci, di mettermi in gioco. Non sono una politica di professione: da qualche mese ho preso il diploma di geometra. È stata la tragedia che mi ha coinvolto, che ci ha coinvolto, l’omicidio di mio fratello, a proiettarmi nella sfera politica, a costringermi a combattere perché venisse fatta giustizia. Tredici anni fa avevo la vita di una giovane donna medio borghese, madre di due figli piccoli, con tante certezze. Se dovessi collocarmi politicamente direi che all’epoca ero di centrodestra, per semplificare. Quello che è accaduto a Stefano ci ha travolti. Ho conosciuto sul campo cosa significa battersi per i diritti umani, prima di allora non avrei mai pensato che avrebbero mai potuto riguardarmi. Quel 15 ottobre del 2009 ha segnato per sempre la mia vita".

Quali sono gli obiettivi politici che si pone con la sua candidatura?

"Intervenire dove i diritti vengono negati, calpestati".

Quali sono i punti principali del suo programma?

"Il punto numero uno del nostro programma è la difesa e attuazione della nostra Costituzione repubblicana e antifascista. Tra le prime proposte che avanziamo nel nostro programma, ci sono politiche energetiche che non guardino al nucleare ma che puntino a ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili".

Se fosse eletta in Parlamento, di quali temi vorrebbe occuparsi?

"La mia vita negli ultimi tredici anni è andata in un’unica direzione: vedere riconosciuti quei diritti che dovremmo dare per assunti, per scontati. Voglio lavorare per fare in modo che tutti abbiamo accesso ad una sanità pubblica di qualità, che garantisca l’erogazione dei servizi in tempi accettabili. Sosterrò sempre la necessità di rafforzare il sistema scolastico. Il lavoro e le sue tutele sono praticamente scomparsi dalla discussione istituzionale. È il momento di fare in modo che tornino a orientare agende e azione politica" .

La tragica vicenda di suo fratello quali insegnamenti può fornire alla politica e a quali provvedimenti legislativi potrebbe dare spunto per migliorare la situazione della giustizia in Italia?

"Bisogna ascoltare. Questo ascolto deve essere assicurato a tutti e tutte. Ascoltare anche chi ha sbagliato e anche chi a volte non riesce esprimersi come tutti noi. Stefano non è stato ascoltato, né compreso, gli è stato affibbiato un marchio, quello del deviante. Troppo spesso le istituzioni guardano alla esteriorità, non attraversano le pareti dei pregiudizi. Poi, certo, dobbiamo combattere l’omertà diffusa in espressioni minoritarie delle forze dell’ordine, a partire dall’identificazione degli agenti. Lo dobbiamo fare per i cittadini ma anche per quella parte di agenti onesti il cui lavoro rischia di essere macchiato dagli abusi e dai reati commessi da quei pochi che confondono il servizio con il potere".

In Lombardia e a Milano è candidato anche Matteo Salvini, il leader della Lega che sulla vicenda di suo fratello ha sempre usato termini durissimi. Cosa si sente di dire a Salvini da candidata a candidato?

"Le esternazioni di Salvini nel corso del tempo sono state violente e irrispettose, sia della mia dimensione privata, che della dimensione dei diritti di tutti. La giustizia ha fatto il suo corso, la morte di Stefano non è stata vana, ma è diventata l’emblema della battaglia per i diritti e di una idea precisa di società. Io sto da una parte, Salvini da quella opposta. Non credo ci sia altro da dirgli. Io non odio, sono odiata da loro, penso anche per questo: io parlo di umanità, loro la negano".

Si parla di Giorgia Meloni, la leader di FdI, una donna, come prossimo presidente del Consiglio, in caso di vittoria del centrodestra. Sarebbe un passo avanti o un passo indietro per le donne avere la Meloni come prima donna premier?

"Non penso che essere donna sia di per sé sufficiente per rappresentare quella emancipazione che le donne hanno ricercato e ricercano. Semplicemente, Meloni è espressione di una certa cultura politica, conservatrice e oscurantista, che non esita a strumentalizzare gravi episodi per farne propaganda politica. Penso alla pubblicazione del video dello stupro che perpetra un’ulteriore violenza sulla vittima, oppure alle parole sulle devianze trattate come colpe e stigmi. Io vorrei rappresentare un modello antitetico".