Elezioni politiche 2022, Alberto Martinelli: "Governo decisivo per Regione Lombardia"

Il professore emerito di Scienza politica alla Statale: peseranno anche i rapporti fra alleati

Alberto Martinelli

Alberto Martinelli

L’affluenza alle Politiche in Italia è precipitata di quasi dieci punti rispetto a cinque anni fa. "È vero che il trend è negativo da cinque tornate elettorali, ma questo è un crollo", chiarisce Alberto Martinelli, professore emerito di Scienza politica e sociologia alla Statale di Milano.

Quali possono essere le ragioni, professore?

"Probabilmente la complessità del sistema elettorale, che esisteva anche nel 2018, una campagna d’agosto e con collegi più ampi che rendono più precario il rapporto tra candidati ed elettori, e previsioni che davano già una probabile vittoria hanno avuto l’effetto di ridurre ulteriormente la partecipazione".

Più al Sud che al Nord.

"Sì, e l’altro dato interessante è che si è votato di più nelle grandi città, con l’eccezione di Napoli: a Milano il calo rispetto al 2018 è di circa 5 punti, inferiore persino a Roma. E all’interno delle grandi città hanno avuto un’affluenza più alta i quartieri centrali rispetto alle periferie".

Quali scenari si aprono in vista delle elezioni regionali l’anno prossimo in Lombardia?

"Non passerà un anno, ma alcuni mesi sì. Se come probabile ci sarà un governo di centrodestra sarà interessante osservarne i primi mesi: se il giudizio dei lombardi sarà positivo e come si configureranno i rapporti tra gli alleati. Per il centrodestra in Lombardia sono in campo due candidature, quelle del presidente uscente Attilio Fontana e della vice Letizia Moratti, e al momento pare che nessuno dei due abbia intenzione di mettersi da parte. Questo potrebbe assumere più o meno rilevanza a seconda di quelli che saranno, tra qualche mese, i rapporti in una coalizione di governo tra la Lega, Forza Italia e FdI che sarà la forza maggiore e potrebbe volere un proprio candidato".

Mentre parliamo siamo alla seconda proiezione e si configura una Lega sotto il 10 per cento, vicina o addirittura testa a testa con Forza Italia.

"Le proiezioni vanno prese con un po’ di prudenza, anche perché occorrerà vedere anche la traduzione, molto complicata, in seggi, ma alla luce di questo scenario sembra probabile che il centrodestra non avrà la maggioranza nelle due camere senza i voti di Forza Italia. Questo, unito al fatto che il risultato sembra molto vicino a quello della Lega, potrebbe avere ripercussioni anche sulle regionali in Lombardia".