Elezioni Europee e leadership, la doppia partita di Salvini passa dalla Giunta lombarda. Ecco i possibili candidati per Bruxelles

Il segretario federale potrebbe sentire il bisogno di blindare la sua posizione, sulla quale sono tornati a soffiare venti di malcontento

Matteo Salvini e Attilio Fontana

Matteo Salvini e Attilio Fontana

Milano –  In casa Lega la partita è una sola anche se potrebbero sembrare due: la scelta delle candidature alle elezioni Europee di giugno risponde anche al bisogno del segretario federale Matteo Salvini di blindare una leadership, la sua, sulla quale sono tornati a soffiare venti di malcontento. Lo striscione apparso l’altra mattina sul prato di Pontida ("Da indipendenza a sudditanza, i militanti ne hanno abbastanza. Congresso subito") è l’espressione più impattante di questo malcontento ma, in relatà, è già stato preceduto da altri due striscioni polemici. Il penultimo, quello del 18 febbraio, è apparso in un altro luogo simbolo del Carroccio: in via Bellerio.

"Da Verdi a Verdini – vi si leggeva –. Ora basta. Congressi subito". Un terzo era apparso in Val Camonica. Striscioni a parte, non si contano i leghisti che in questi mesi hanno deciso di affrancarsi dalla Lega per Salvini premier e sono tornati a battersi per la vecchia Lega Lombarda.

«Avevamo promesso di rivedere la legge Fornero e invece sulle pensioni non si è toccata palla – spiega Paolo Grimoldi, coordinatore di Comitato Nord, da tempo critico nei confronti della direzione intrapresa da Salvini e fautore di un ritorno alle origini –. Avevamo promesso di ridurre i pedaggi autostradali e invece sono rincarati, eravamo contro il Ponte sullo Stretto quando lo propose Silvio Berlusconi stanziando 3,5 milioni e ora siamo a favore e di milioni ne ne mettiamo 14, anziché investire di più nella sanità pubblica. Infine la linea in politica estera: imperscrutabile, si va alla manifestazione per Nalvalny ma si è pure dalla parte di Putin".

È in questo contesto che nascono, quindi, alcune candidature alle elezioni Europee. Una partita che riguarda anche la Giunta regionale. Tra gli assessori lombardi ai quali Salvini ha chiesto di candidarsi c’è Alessandro Fermi. E per due motivi. È un campione di preferenze (alle Regionali ne prese più di tutti nel centrodestra, ben 13.886) e di fronte ai numeri è difficile obiettare. In seconda battuta è estraneo alle fibrillazioni interne al Carroccio perché la sua storia politica si è svolta altrove, in Forza Italia per l’esattezza, partito nel quale ha militato fino a settembre 2021. Per Salvini la candidatura di Fermi è un investimento sicuro.

E l’assessore, secondo indiscrezioni, sarebbe intenzionato ad accettare di correre per dare una mano al partito in questa fase delicata, per consolidare la propria posizione all’interno della Lega e perché sa – e lo sa pure Salvini – di poter contare su un sostegno largo perché è profilo apprezzato anche dai moderati.

Meno scontata la candidatura alle Europee dell’assessora a Famiglia e Disabilità, Elena Lucchini. Da più parti si conferma che Salvini ha chiesto anche a lei di gettarsi nella contesa per Bruxelles. Non è detto, però, che lei accetti. Lucchini è un’altra campionessa di preferenze: alle Regionali del 2023 ne ha riscosse 7.680 risultando la leghista più votata in Lombardia.

Oltre a questo, dietro la richiesta di Salvini c’è di nuovo la ragion di leadership: il bacino elettorale della Lucchini è la provincia di Pavia (la Lomellina in particolare) la stessa provincia dalla quale origina il consenso di Angelo Ciocca, europarlamentare leghista da tempo critico nei confronti di Salvini: è una delle anime di Comitato Nord. La candidatura della Lucchini, dal punto di vista del segretario, potrebbe indebolire uno dei dissidenti.

In casa Fratelli d’Italia sembrano invece probabili le candidature alle Europee di Barbara Mazzali, assessora regionale al Turismo, e Lara Magoni, sottosegretaria a Sport e Giovani.