
Toni Servillo sul set del docufilm
Pavia – Una transenna a bloccare l’accesso delle auto al ponte coperto per consentire le riprese video. Ciak si gira: da tre giorni Pavia sta ospitando una star del cinema, Toni Servillo, impegnata a raccontare la storia della città. Cappotto scuro, sciarpa e cappello intonato, l’attore che nel corso della sua carriera ha ricevuto due European Film Awards, quattro David di Donatello, quattro Nastri d’argento, due Globi d’oro, tre Ciak d’oro e un Marc’Aurelio d’Argento alla Festa del cinema di Roma, ha visitato i musei civici, il teatro Fraschini ed è salito su un tradizionale barcè.
Ultima tappa, il ponte coperto per raccontare “La battaglia di Pavia e altre storie. Duemila anni di vita di una capitale”, una serie prodotta da 3D produzioni con soggetto e sceneggiatura di Didi Gnocchi e Arianna Marelli, regia di Valeria Parisi, con la presenza dell’attore pavese Pietro De Nova. Toni Servillo sarà la voce narrante di tre documentari che raccontano Pavia 500 anni dopo la battaglia che ha segnato la storia europea. Nelle pellicole la città, abituata a una naturale modestia svelerà la sua grande storia tra arte e scienza, re, premi Nobel, l’Università e i centri di ricerca sempre con il Ticino sullo sfondo.
Il primo episodio è dedicato alla battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525 guardata da un punto di vista inedito, quello di due discendenti di chi ha combattuto nelle zono attorno al castello di Mirabello, il cavaliere spagnolo Alonso Pita da Veiga arruolato nell’esercito imperiale di Carlo V, e il francese Etienne Cartoys d’Arcollières, guardia del corpo del re Francesco I. Accanto a loro, la memoria dello scontro sarà riproposta attraverso di ocumenti d’archivio, le tracce nei monumenti, le interviste a storici e studiosi internazionali.
“L’evento non ha solo segnato il destino dell’Europa – ha detto Giampaolo Azzoni, prorettore vicario dell’Università –, ma ha rappresentato un nuovo paradigma tecnologico, perché per la prima volta si sono usate le armi da fuoco. Inoltre, l’Università ha saputo rilanciarsi come centro di studi, mentre gli abitanti hanno mostrato una grande vitalità”.
Il documentario - realizzato con il contributo del Bando “Lombardia per il cinema” e il sostegno di Associazione Chiamale Storie - andrà in onda alle 21.15 del 24 febbraio su Sky Arte e vuole essere l’occasione per una riflessione sulle guerre contemporanee e su quanto poco siano cambiati gli assedi. Lo scontro, infatti, arrivò dopo un assedio di quattro mesi che avevano stremato la città.
Quei giorni saranno anche rievocati da quasi 600 figuranti che dal 21 al 23 febbraio allestiranno un accampamento nel parco del castello di Mirabello e si affronteranno dalle 14.30 alle 16.30 di domenica 23. Ma non solo, nel castello visconteo dal 15 febbraio ci si potrà immergere nelle varie fasi dello scontro con la mostra multimediale “La battaglia di Pavia, 24 febbraio 1525: i tempi, i luoghi, gli uomini”. “Intendiamo coinvolgere la città e attirare visitatori dall’Italia e dall’estero per conoscere la ricchezza del nostro patrimonio storico-artistico-culturale - spiega il sindaco Michele Lissia - oltre che naturalistico ed enogastronomico. La ricorrenza del Cinquecentenario è straordinaria occasione di promozione del nostro territorio che attraverserà il 2025 per proseguire e consolidarsi nel futuro”.
Per un mese sotto il portico del Broletto si potrà ammirare una mostra di soldatini e saranno diversi gli appuntamenti culturali che si susseguiranno. “Tutte le iniziative programmate per il 2025 costituiscono un’occasione, più unica che rara, di un rilancio a livello nazionale e internazionale della città di Pavia, della sua storia e della sua cultura”, conclude Mario Cera, presidente della Fondazione Monte di Lombardia che “si è fatta carico di oneri significativi proprio nella prospettiva di consentire questa ribalta che avrà riflessi importanti nel futuro”.