
L’assessore comunale al Commercio di Voghera Francesca Miracca
Voghera (Pavia) - Dai corridoi della Procura alle stanze di Palazzo Gounela: l’inchiesta sul presunto caso di corruzione elettorale che vede indagata l’assessora comunale al commercio di Voghera, Francesca Miracca, insieme a otto cittadini, sta infiammando la scena politica cittadina. Per le accuse, Miracca avrebbe promesso favori in cambio di voti alle ultime elezioni amministrative.
Il Pd, tramite la segretaria cittadina Alessandra Bazardi, ha comunicato che "questo continuo stillicidio arrechi danni all’immagine della amministrazione e della cittò. Perciò ribadiamo: il sindaco deve valutare attentamente la situazione e decidere se non sia il caso di mettere in atto scelte che salvaguardino l’immagine della città e delle istituzioni". Ieri sui social il consigliere comunale e portavoce cittadino di Alleanza Civica, Pier Ezio Ghezzi, ha scritto un post, in seguito corretto, segnalando che il pm aveva rinviato a giudizio Miracca, mentre in realtà l’autorità giudiziaria nei giorni scorsi ha notificato la conclusione delle indagini: "Ghezzi deve conoscere la differenza tra un atto a garanzia dell’indagato, come la notifica di conclusione delle indagini che indica che da quel momento l’indagato può articolare la sua difesa, rispetto alla formulazione di un capo d’imputazione.
Il rinvio a giudizio è un passaggio successivo ed eventuale, perché il pm potrebbe ancora decidere di archiviare l’inchiesta – spiega il difensore di Miracca, l’avvocato Daniele Cei -.Non si può essere garantisti solo quando l’inchiesta riguarda noi, dobbiamo essere rispettosi anche quando riguarda gli avversari politici. Miracca si riserva azioni legali". Ghezzi ha poi corretto il post e sull’inchiesta ha affermato che "chiederemo un chiarimento in Consiglio comunale. La sindaca potrebbe fare una dichiarazione in apertura al Consiglio di fine luglio, o potremmo convocarne uno ad hoc". Intanto, la difesa di Miracca chiederà l’interrogatorio al pm: "Se in Consiglio dovesse esserci una richiesta di chiarimento sugli atti depositati dovremo valutare se questi possono già essere messi a disposizione del Consiglio" ha commentato Cei.