Vigilia agitata (e da giorni) per l’assemblea straordinaria di Terre d’Oltrepò quando, gli oltre 600 soci domani, dalle 13, saranno chiamati ad eleggere il nuovo CdA dopo la sfiducia di quello in carica avvenuta tre settimane fa. Dodici candidati da una parte, ovvero il listone dei promotori (ed altri) della mozione di sfiducia e due (l’ex presidente Andrea Giorgi e l’ex consigliere Carlo Ferrari) dall’altra, per contendersi 12 dei 13 posti nel nuovo CdA (un posto spetta di diritto a Confcooperative). L’obiettivo del “listone“ è di fare l’en plein, quello di Giorgi di entrare, comunque, in consiglio. Non a caso, ieri, ha inviato una mail in cui, fra l’altro, si legge: "I motivi alla base della mia candidatura si fondano sull’esperienza di questi anni di presidenza molto duri. In questo contesto sono basito dal sentire come, per molti il futuro della nostra realtà passi per un piano che smembra le cantine di Broni, di Casteggio e Santa Maria della Versa. Con la vendita di La Versa ad una famosa cantina veneta (Soave, ndr). Questi conquistatori pagherebbero un prezzo molto inferiore a quello potenziale delle nostre uve". Nei giorni scorsi era circolata anche un’altra mail, anonima, con alcune citazioni, sgradite, in merito a possibili nomi per la presidenza. E qualcuno ha segnalato che l’indirizzo di partenza della mail coincideva con quello di un esposto sfociato poi nelle inchieste. Pierangela Ravizza
CronacaVigilia di elezioni agitata per Terre d’Oltrepò I veleni scorrono all’interno di mail (anche anonime)