UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Vigevano, chi sono e cosa chiedono i ragazzi scesi in piazza contro l’assedio delle baby gang

Duecento ragazzi ieri hanno sfilato in un corteo senza precedenti (né partiti) dopo l’escalation di episodi violenti delle ultime settimane. La vicesindaca Segù: “Mi sono complimentata con loro”

I ragazzi delle scuole superiori di Vigevano in corteo con striscioni e slogan ieri mattina. Alle istituzioni del territorio hanno chiesto attenzione al tema della sicurezza

I ragazzi delle scuole superiori di Vigevano in corteo con striscioni e slogan ieri mattina. Alle istituzioni del territorio hanno chiesto attenzione al tema della sicurezza

Vigevano (Pavia) – I giovanissimi in piazza contro le baby gang. Ragazzi contro la criminalità giovanile. Uniti per chiedere una città che sia davvero per tutti. È quello che hanno rivendicato gli studenti delle scuole superiori di Vigevano, centro principale dell’area pavese della Lomellina. C’erano circa duecento studenti iscritti al liceo “Cairoli”, all’Itis Caramuel-Roncalli e all’istituto tecnico “Casale”.

La manifestazione

Ieri mattina hanno partecipato al corteo organizzato per chiedere maggiore sicurezza per la città, dopo una serie di episodi, concentrati nell’arco di poche settimane, che hanno visto fra le vittime giovanissimi, in qualche caso anche minorenni. Il corteo è partito da piazza Ducale, ha attraversato le vie del centro per poi tornare indietro e puntare al vicino municipio dove i ragazzi hanno sostato esponendo striscioni e lanciando slogan.

Le voci

“Anche se gli episodi di particolare gravità sono stati pochi – spiegano alcuni dei partecipanti alla manifestazione – non è stato raro che ragazzi soli siano stati accerchiati da qualche gruppo di coetanei con atteggiamenti aggressivi”. “La situazione è peggiorata nel tempo – osserva un altro – spero che questa manifestazione serva a sensibilizzare l’amministrazione al problema”. Non è stata una manifestazione estemporanea, però: già nei giorni scorsi gli studenti degli istituti superiori cittadini avevano scritto al Comune, alla polizia, ai carabinieri e alla Fondazione Caritas. Era stata spedita una lettera il cui testo era il frutto delle assemblee che si sono svolte nei singoli istituti per riflettere su una situazione, quella della sicurezza in città, considerata di primaria importanza.

L’incontro

Al termine del corteo sei rappresentanti degli studenti hanno incontrato la vicesindaca facente funzioni Marzia Segù, che regge l’amministrazione comunale in assenza del sindaco Andrea Ceffa ancora gli arresti domiciliari, e il comandante della polizia locale Giuseppe Calcaterra. “Mi sono complimentata con i ragazzi – ha detto Segù – per essersi fatti parte attiva della comunità; condividerò quello che mi è stato segnalato dai ragazzi con gli organi competenti come la prefettura, la questura e i carabinieri, oltre alla polizia locale. E li ho ringraziati – ha poi aggiunto – garantendo loro la nostra attenzione e il coinvolgimento dell’assessore alle politiche giovanili Daniele Semplice, per fornire un supporto diretto alla diffusione delle iniziative già organizzate e a quelle che saranno promosse a seguito delle indicazioni emerse dall’incontro”.

Le richieste

I ragazzi hanno sollecitato la necessità di avere occasioni di aggregazione, socialità e cultura e di poter disporre di spazi fruibili e attrezzati per lo sport che, secondo gli studenti, è lo strumento più immediato e utile per l’aggregazione. Sugli episodi avvenuti in città è intervenuto il comandante Calcaterra. “La giustizia fai-da-te è assolutamente da evitare – ha detto – Al contrario, qualora si venga a conoscenza di specifici reati, non bisogna avere alcun timore a denunciare in modo che le autorità preposte possano intervenire non soltanto per la repressione ma anche anche e soprattutto con interventi educativi che possano incidere in modo importante sul cambiamento di questa situazione”.