UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Arresti in Comune a Vigevano: la mazzetta promessa, la consulenza inutile e la guerra interna alla Lega

Terremoto in municipio: cinque fra politici e dirigenti di aziende municipalizzate ai domiciliari, altri indagati a piede libero. L’inchiesta partita dopo la “crisi” della giunta Ceffa

Il sindaco Andrea Ceffa e la consigliera comunale Roberta Giacometti, entrambi ai domiciliari

Vigevano, 29 novembre 2024 – Un’autentica bomba. All’alba di ieri i carabinieri di Pavia, a conclusione di un’indagine che proseguiva da mesi, si sono presentati alla porta di casa del sindaco leghista di Vigevano, Andrea Ceffa, 51 anni, per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. L’ipotesi di reato è quella di corruzione.

Gli indagati

Con la stessa accusa sono stati posti agli arresti domiciliari anche la consigliera comunale Roberta Giacometti, 43 anni, avvocato, esponente della civica legata al sindaco “Vigevano Riparte”; l’amministratore unico di Asm Vigevano Veronica Passarella, 52 anni, consulente del lavoro; il direttore amministrativo della società, Alessandro Gabbi, 53 anni, e l’amministratore di Vigevano Distribuzione Gas, società che fa capo a Asm Vigevano, Matteo Ciceri, 49 anni.

Al momento sono indagati a piede libero l’ex europarlamentare della Lega Angelo Ciocca e l’imprenditore Alberto Righini, 51 anni, amministratore unico della Vicos, ex presidente provinciale e attuale vice presidente regionale dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili.

La congiura di Sant’Andrea

I militari sono stati impegnati ieri in una serie di perquisizioni in Comune, in studi professionali e società e nell’audizione di persone informate per avere ulteriori riscontri. La complessa vicenda si sviluppa su due differenti piani ma ha come fulcro quella che è stata definita come la “congiura di Sant’Andrea”, che risale al 30 novembre 2022.

In quell’occasione, all’apertura degli uffici pubblici, si erano presentati alcuni esponenti dell’opposizione per far protocollare le dimissioni di 13 consiglieri, tra essi alcuni appartenenti alla maggioranza, che avrebbero fatto cadere l’amministrazione e mandato a casa Ceffa e la sua giunta.

Secondo gli investigatori in quei giorni convulsi Ciocca e Righini avrebbero avvicinato almeno un consigliere comunale per proporgli 15mila euro in cambio delle sue dimissioni. Una manovra che avrebbe inteso colpire Ceffa e i vertici locali della Lega.

Il documento sparito

Il blitz era però fallito: negli uffici comunali erano arrivati un assessore, la capogruppo del Carroccio e altri esponenti della maggioranza in un clima di crescente tensione anche a causa del dietrofront del consigliere di Fdi Riccardo Capelli che, dopo una notte di riflessione, aveva deciso di non aderire al “golpe” inviando una Pec al Comune per chiedere l’annullamento delle sue dimissioni.

In quei momenti convulsi per altro il foglio da lui firmato era “sparito” e non è stato più trovato. Investita del problema dagli esposti della minoranza la Prefettura aveva stabilito che in assenza del documento la posizione di Capelli non dovesse essere considerata. Lasciando dunque l’esecutivo e il sindaco al loro posto.

Il secondo livello

E sarebbe stato a quel punto, sempre secondo la tesi della Procura, che Ceffa, costretto a governare in un costante equilibrio precario, per assicurarsi il sostegno di Roberta Giacometti le avrebbe procurato, attraverso un prestanome, una consulenza per Asm senza che ce ne fosse effettiva necessità ma soltanto per farle avere un vantaggio economico, si parla di circa 6mila euro.

A loro volta i tre dirigenti di Asm finiti nei guai avrebbero, a vario titolo, collaborato per farle avere la consulenza legale che in realtà sarebbe stata l’oggetto della corruzione, e questo nella piena consapevolezza della sua assoluta inutilità.

E Salvini difende Ceffa

Tutti gli arrestati sono al momento ristretti ai domiciliari a disposizione del Gip che avrà dieci giorni per procedere all’interrogatorio di garanzia e stabilire successivamente se confermare i provvedimenti assunti ieri, sostituirli con altri oppure revocarli del tutto.

Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini difende Ceffa: “Lo conosco come persona onesta e corretta e all’esclusivo servizio del bene della sua città. Io personalmente e tutto il partito siamo al suo fianco, certi della sua integrità”. I 5 Stelle in Regione ne chiedono invece le dimissioni.