Assoluzione piena (perché il fatto non sussiste come sentenziato dal giudice) per Andrea Giorgi, ex presidente, fino a pochi mesi fa, del colosso vitivinicolo Terre d’Oltrepò. Il procedimento non riguardava le più recenti indagini sul presunto falso Pinot grigio scattate a inizio 2021 e proseguite nei mesi successivi, bensì una vicenda di presunto inquinamento avvenuto nel 2019 e riferito alla cantina di Casteggio, uno dei tre enopoli di Terre d’Oltrepò (gli altri due sono a Broni e a Santa Maria della Versa). Giorgi era stato chiamato a giudizio nelle sue vesti (di allora) di rappresentante legale della società. Gli accertamenti e i controlli erano stati eseguiti sugli scarichi della cantina di Casteggio, il 12 e il 19 settembre 2019. Il 3 ottobre sempre dello stesso anno erano stati depositati gli atti da cui era scaturito il rinvio a giudizio per Giorgi. Fra i diversi accertamenti era stata evidenziata la presenza di zinco in misura superiore al consentito per legge.
Ieri mattina, però, in Tribunale a Pavia, assistito dall’avvocato Gabriele Roveda, la tesi difensiva di Giorgi è stata accolta dal giudice. Il fatto relativo alla cantina di Casteggio non rientra nella maxi inchiesta, sempre per inquinamento, sul torrente Coppa e che il prossimo 9 novembre vedrà come imputati, invece, nove fra dirigenti e funzionari di Pavia Acque, Ato (ambito territoriale ottimale) della provincia di Pavia, Asm Voghera e dell’azienda AbMauri. In questo caso l’inchiesta aveva riguardato casi di inquinamento avvenuti, sempre a Casteggio, fra il 2014 e il 2019 nel Coppa. Pierangela Ravizza