"Senza le aule, i processi non si possono fare". Il presidente del Tribunale di Pavia, Guglielmo Leo, e il procuratore Fabio Napoleone (nella foto), lo hanno sottolineato nell’incontro, ieri mattina al collegio Borromeo, nell’ambito della visita istituzionale a Pavia del Consiglio Giudiziario di Milano. Davanti al presidente della Corte d’appello, Giuseppe Ondei, della procuratrice generale, Francesca Nanni, e del segretario del Consiglio Giudiziario, Ernesta Occhiuto, i vertici della Giustizia pavese hanno ribadito la soddisfazione per i risultati già presentati lo scorso 27 gennaio all’inaugurazione dell’anno giudiziario, con i tempi dei processi penali che nel 2022-2023 si sono ridotti del 40%, ma hanno soprattutto denunciato la grave situazione di stallo dei lavori al Palazzo di Giustizia.
"Ci eravamo attivati - ha ricordato il procuratore Fabio Napoleone - per rinnovare i fondi che erano stati stanziati anni e anni fa, pari a quasi 5 milioni di euro, che sono stati rifinanziati da parte del ministero, con il Provveditorato Opere Pubbliche che ha quindi provveduto a dare incarico all’azienda di iniziare i lavori. Mi riferisco in particolar modo alle aule penali, anche se poi c’è tutto il resto, ma questa è veramente un’opera per noi fondamentale. Ma alla presa in consegna dei lavori, si sono fermati. Noi non abbiamo potere d’intervento diretto, è il Provveditorato alle opere pubbliche che ha la competenza, ma, come ha detto il presidente della Corte d’appello, ha una carenza di personale quasi del 50% nel Nord Italia e dice che non riesce a seguire le opere, che in parte vanno anche riprogettate. Ci troviamo in una situazione di stallo, di fronte alla quale non abbiamo che un potere di denuncia, agli organi superiori". "Una giustificazione formale - aggiunge il presidente del Tribunale - era stata offerta lungo gli anni per tutti i rallentamenti dei lavori. Oltre alle aule, il palazzo è molto mal riscaldato e condizionato, la facciata ha interesse storico, dovrebbe essere ristrutturata in un certo modo prima di ricondizionare la strutture che si affacciano sulla piazza del Tribunale, l’opera deve essere riprogettata. E ci ha molto preoccupato quella che definirei una resa recente: all’ultima conferenza permanente, arriva la comunicazione che non ce la possono fare, non hanno uomini e mezzi. È la prima volta che si prospetta una simile situazione, della quale si deve prendere consapevolezza, perché in assenza di interventi, se il Provveditorato ci dice così, c’è il rischio di chiudere servizi". S.Z.