
Il 18 aprile la terza esondazione più imponente del Fiume Azzurro
È passato più di un mese dalla piena del 18 aprile, la terza esondazione più imponente dopo quella del 1994 e del 2000, ed è il momento per guardare avanti per non trovarsi impreparati quando il livello del fiume si alzerà di nuovo. Il tema è stato affrontato l’altra sera in un Consiglio comunale aperto cui hanno partecipato le società remiere, tecnici e cittadini. "È stata un’emergenza breve – ha detto il sindaco Michele Lissia – Nel giro di 48 ore il livello del fiume è salito ed è sceso lasciando danni, ma non come negli anni passati". In molti hanno collaborato alla gestione dell’emergenza sulla base del piano che era stato rinnovato per l’ultima volta nel 2016.
"Occorre mitigare l’effetto delle piene – ha aggiunto Lissia – con un impegno costante e investimenti giusti". Su indicazione del Comune, l’Università sta lavorando a un progetto che salvaguardi il Borgo Ticino almeno dalle piene ordinarie, ma non basta. Ripristinare il vecchio sistema delle arginelle, codificare l’utilizzo delle idrovore e realizzare un sistema di protezione su via Milazzo sono alcuni dei punti su cui si sta lavorando. "Non c’è solo via Milazzo – ha sottolineato Antonio Bobbio Pallavicini di Forza Italia – che è più bella e pittoresca. Durante la piena via Trinchera si è sentita isolata".
La sollecitazione è stata raccolta da Roberto Rizzardi, consigliere di maggioranza con delega alla Protezione civile che ha proposto, in caso di necessità, di istituire un gazebo in piazzale Ghinaglia e un altro in via Trinchera con contatti costanti lungo tutta la via. L’informazione, infatti, il 18 aprile ha faticato a raggiungere tutti i residenti. Quindi si pensa ad App e sistemi a disposizione di tutti i residenti in Borgo. "Quello che è successo era previsto – ha detto uno dei tecnici di Aipo – Il Po ha rallentato il deflusso del Ticino, poi è risalito".
Il comitato Attenti al Ticino ha chiesto la ricostituzione dei canali idrici esistenti perché l’accensione delle idrovore della Chiavica ha ripercussioni su chi vive in Borgo Ticino. Sollecitata poi anche un’attenzione al reticolo idrico.
Manuela Marziani