Lo scorso anno, tra ottobre e novembre, con tre detenuti che si erano tolti la vita in un mese, la casa circondariale di Torre del Gallo aveva ottenuto il triste soprannome di “carcere dei suicidi“ oltre che il ruolo di simbolo dell’emergenza penitenziaria. E a dicembre i detenuti avevano organizzato lo sciopero del carrello, rifiutando il cibo per protestare contro le condizioni troppo precarie della struttura, tra guasti del riscaldamento, infiltrazioni d’acqua e muffa ma anche carenza di personale medico. Gli episodi vengono resi noti dalle segnalazioni dei sindacati di Polizia penitenziaria. Proprio all’inizio dell’ottobre 2021, appena prima del successivo allarme per i tre suicidi in un mese, l’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria) aveva riferito di tre eventi critici nella stessa notte: un primo detenuto salvato dopo essersi procurato, con un gesto di autolesionismo, tagli con un frammento di lametta; un altro aveva appiccato il fuoco al materasso, con un agente rimasto lievemente ustionato; un terzo aveva allagato la cella sradicando dal muro lavandino e rubinetti, causando il cedimento parziale di una parete, con un agente rimasto ferito, caduto dalle grate di accesso ai sotterranei per andare a chiudere la condotta principale dell’acqua.
S.Z.