
Il tribunale di Pavia dove è stato processato
Pavia, 22 ottobre 2015 - "Mi ha detto di riferire a mio figlio di fare il bravo". Così l’anziano padre della parte offesa in un processo per usura e estorsione ha raccontato ai giudici, ieri mattina in tribunale a Pavia, la strana visita ricevuta recentemente, poco prima di dover presenziare come testimone a un’udienza del dibattimento. A presentarsi alla porta dell’anziano un conoscente in comune tra parte offesa e imputati. Ora gli atti saranno trasmessi alla Procura per valutare se sussistano i presupposti per ipotizzare reati a carico di questa persona.
Il processo vede accusati a vario titolo di concorso in estorsione e usura, il 44enne di Villanterio Maurizio Chiaravallotti, il 48enne Gaetano Caruana di Belgioioso e il 61enne Agostino Zanaboni di Piacenza. Secondo l’accusa, Chiaravallotti e Caruana avrebbero prestato circa 80mila euro a un imprenditore edile del Piacentino, che tra il 2008 e il 2009, disperato per i problemi economici, aveva chiesto un aiuto per ripianare i debiti dell’azienda. Ma, secondo le accuse, i due avrebbero chiesto la restituzione del denaro con interessi anche del 200 per cento.
A luglio l’imprenditore in aula aveva affermato di avere paura, accennando alla misteriosa visita ricevuta pochi giorni prima dell’udienza. Ieri è stata la volta di suo padre, che nei mesi scorsi era già stato chiamato a testimoniare ma che non si era ancora presentato. Ieri l’uomo ha spiegato di non rammentare gli episodi passati, quando si sarebbe configurata l’estorsione: "Non ricordo", ha ripetuto più volte al giudice. L’anziano ha però raccontato la visita a cui suo figlio aveva già fatto riferimento durante il suo esame: "Prima è venuto da me, poi è andato da mio figlio. A me ha detto di riferirgli di fare il bravo", ha spiegato il testimone. Aggiungendo che, riferendosi a Caruana, il conoscente in comune avrebbe aggiunto "perché è una brava persona". "Io mi sono preoccupato", ha commentato il padre dell’imprenditore.
La difesa ha sostenuto che la persona che ha fatto visita ai due abbia agito in buona fede per amicizia nei confronti di Caruana. Il collegio, ritenendo la sussistenza di elementi di minaccia nei confronti della parte offesa, per la visita allo scopo di vantare qualità di bravi ragazzi degli imputati, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per approfondire la vicenda. Il conoscente, se saranno riscontrati eventuali reati, potrebbe quindi venire indagato.