
di Pierangela Ravizza
Un super manager al vertice di Terre d’Oltrepò. Ieri il nuovo cda ha, infatti, eletto presidente l’ingegner Enrico Bardone, 80 anni, casteggiano doc, lunga carriera manageriale alle spalle nel gruppo Eni in cui ha ricoperto anche l’incarico di presidente ed amministratore delegato di Snamprogettibiotecnologie SpA per quasi 15 anni. Titolare di una azienda agricola in località Sgarbina di Casteggio, Bardone era stato già consigliere di Terre d’Oltrepò nel 2016 eletto nella lista unitaria delle varie associazioni di categoria agricole. Era stato socio della Cantina di Casteggio, di cui la famiglia era stata fondatrice, senza mai aver ricoperto, però, ruoli amministrativi. Sarà coadiuvato come vice presidente dal bronese Emilio Bosini, socio storico della cantina di Broni prima e di Terre d’Oltrepò poi (Terre nacque dalla fusione fra Broni e Casteggio), fra i più critici nei confronti della gestione di Andrea Giorgi, ex presidente. Dopo le nomine, la prima riunione esecutiva. "Certo dobbiamo rimboccarci le maniche – afferma il neo presidente Bardone – valutare bene tutte le questioni, ma con un obiettivo primario ovvero lavorare per avere risorse adeguate, cercando di risparmiare sui costi di gestione, per pagare meglio le uve conferite dai produttori, molti dei quali sono in difficoltà".
Non sarà semplice perché con un conferimento complessivo di 400-500 mila quintali di uva (dipende dall’annata), anche un aumento medio di pochi euro al quintale avrebbe effetti significativi sul bilancio. Non a caso, il prezzo medio pagato nel 2019, prima della crisi Covid, era stato di 53 euro al quintale, già in calo (4 euro) rispetto al 2018. "Ci sono tante priorità – aggiunge il vice presidente Bosini – ma non così urgenti come temevamo. Per il comitato esecutivo decideremo più avanti dopo una serie di opportune valutazioni". Il nuovo cda rimarrà in carica per tre bilanci e quindi fino all’approvazione dell’esercizio 2024-2025 (la chiusura dei conti è al 30 giugno).