MANUELA MARZIANI
Cronaca

Alta tensione alla Dupon tra dipendenti e azienda: “No al contratto-ricatto”

Badia Pavese, parapiglia all’arrivo dei dirigenti dell’azienda. Gli appaltatori vogliono applicare le norme “multiservizi” senza diritti basilari

Gli addetti della Dupon ieri davanti ai cancelli dell’azienda che produce cialde per i gelati

Gli addetti della Dupon ieri davanti ai cancelli dell’azienda che produce cialde per i gelati

Badia Pavese - Uno spiegamento di forze notevole ha accolto ieri l’arrivo dei dirigenti dell’azienda che dovrà realizzare per Dupon le cialde per il gelato. Con le lettere di licenziamento arrivate ai 33 lavoratrici, il 90% di tutti i lavoratori, alla vigilia dell’8 marzo, dalle prime ore di ieri, primo giorno in cui i nuovi appaltatori avrebbero dovuto iniziare la loro attività, davanti ai cancelli dell’azienda si è radunato un gran numero di dipendenti inferocite. Donne che perderanno il posto perché l’azienda non intende rispettare le norme e applicare almeno lo stesso contratto del passato. “Vergogna, vergogna” hanno gridato le lavoratrici quando hanno visto i nuovi manager. Ne sono nati degli scontri nei quali sono rimaste leggermente ferite delle manifestanti e anche la sindacalista Sonila Lulia del Sì Cobas che sta seguendo la vicenda.

Niente di particolarmente grave, ma segno di una tensione crescente e di una situazione che si trascina da tempo. Un braccio di ferro snervante che è proseguito anche nel pomeriggio, quando l’azienda ha incontrato l’unico sindacato presente e ha ribadito la propria posizione: “O accettate che venga applicato il contratto previsto per le mutiservizi o siete tutti a casa”. Un punto che era stato espresso anche durante l’incontro che si è tenuto in Prefettura la scorsa settimana. A questa proposta il Sì Cobas ha risposto che è illegale ed è stato deciso di proseguire lo sciopero.

“Quello che abbiamo avuto non è stato neppure un incontro formale – ha aggiunto Lulia –. Vogliono che si sciolga lo sciopero in cambio di un contratto decisamente meno vantaggioso di quello che avevamo, che già non era corretto perché pur essendo un’azienda alimentare, il contratto è quello previsto per le logistiche. Per ora abbiamo ripetuto le stesse cose e continueremo lo sciopero”. Con il cambio appalto dovrebbero essere garantite le medesime condizioni, invece non accade. La nuova ditta appaltatrice vuole cancellare tutti i diritti conquistati con 10 giorni di sciopero nel 2021.

“Allora i lavoratori erano assunti con il contratto delle multiservizi – ha proseguito Sonila Lulia – senza diritti basilari. Sono stati chiesti dei miglioramenti ed è stata fatta una lotta per ottenere la trasformazione del contratto in trasporti e logistica. Allora sono stati necessari 10 giorni di sciopero e una dura battaglia, ma alla fine abbiamo vinto. Adesso ci risiamo. La vecchia srl appaltatrice ha dato la disdetta l’8 marzo e sono arrivate le lettere di licenziamenti con il ricatto: “o prendete quello che vogliamo darvi, o siete fuori””.