
I ragazzi del Turistico del Baratta hanno testato gli ultimi 7 chilometri. Ora sindaco e consigliere provinciale valuteranno i servizi mancanti.
Pavia – Un cammino di Santiago in versione ridotta, ma ugualmente ricco di spiritualità, sulle orme del santo più invocato dal Medioevo in poi: San Rocco. Nato a Montpellier tra il 1345 e il 1350, il pellegrino e taumaturgo francese è morto a Voghera nella notte tra il 15 e il 16 agosto tra il 1376 e il 1379. E proprio tra Piacenza e Voghera ha vissuto gli ultimi anni della vita terrena guarendo i malati di peste, prima di ammalarsi lui stesso. Prima di riprendere il cammino verso la Francia, Rocco ha dovuto sostare a Sarmato, in provincia di Piacenza, per ricoverarsi in una capanna in attesa della guarigione.
Una volta guarito, con l’aiuto di un cane ha ripreso il cammino attraversando i villaggi vicino al fiume Po, seguendo un tratto secondario della via Francigena, per dirigersi poi da Portalbera verso le colline e giungere a Casteggio. Arrestato dalle guardie dei Visconti è poi morto. Daniele Salerno, docente in Legislazione turistica dell’Istituto Baratta di Voghera, insieme a Ettore Cantù, imprenditore agricolo e storico, ha disegnato le quattro tappe del cammino compiuto da San Rocco.
Successivamente sono stati coinvolti gli studenti del corso turistico del Baratta, che ieri hanno testato sul campo l’ultimo tratto di 7 chilometri del percorso che da Piacenza porta a Voghera. "I ragazzi hanno compiuto un gran lavoro sul progetto – spiega Daniele Salerno – esaminandolo da un punto di vista economico, linguistico e della salute. Nei prossimi giorni insieme al consigliere provinciale Dino Di Michele, ad Alessandro Cantù e al sindaco di Sarmato Claudia Ferrari percorreremo molto lentamente in auto le quattro tappe del tragitto per capire quali servizi mancano".
I sacerdoti vogheresi invece il 16 agosto, festa del Santo, saranno a Montpellier con una delegazione. "Per Voghera si tratta di una grande fortuna perché custodiamo la reliquia del braccio, rimasta in città dopo il furto medievale, e la cassa che contenne le sue spoglie mortali", sottolinea don Marco Daniele, vicario foraneo.