Sub morto ad Arenzano: "Più che esperto. Sapeva cosa fare"

Sub morto ad Arenzano: "Più che esperto. Sapeva cosa fare"

Sub morto ad Arenzano: "Più che esperto. Sapeva cosa fare"

STRADELLA (Pavia)

Si dovranno attendere gli esiti dell’autopsia disposta dalla Procura per fare chiarezza sulla causa della morte e i risultati degli accertamenti sull’attrezzatura da sub, posta sotto sequestro dalla Capitaneria di porto, per stabilire se può essere stato un malfunzionamento a causare l’incidente. Ma dalle testimonianze raccolte ad Arenzano (Genova) sembrerebbe essere stato un improvviso malore a provocare la morte di Giovanni Sclavi (nella foto). Laureato in Ingegneria, il quarantatreenne di Stradella era tornato in Italia dopo aver lavorato all’estero, sia in Inghilterra che in Danimarca ma persino in Nuova Zelanda. Ora lavorava a Milano, da Stradella partiva appena poteva per le sue passioni: viaggi, fotografia e immersioni. Ad Arenzano si era già immerso, sempre per vedere da vicino il relitto della Haven, petroliera naufragata nel 1991 e arenata a circa 85 metri di profondità, visitabile dal 1999 solo a sub già esperti e in gruppi organizzati. Al locale Diving Center si ricordano bene di lui, lo descrivono come un esperto che "sapeva cosa fare e come muoversi". Sclavi aveva preso il brevetto subacqueo nella piscina di via Folperti a Pavia nel 2009. Domenica era in fase di risalita, a circa 35 metri di profondità, quando l’accompagnatore lo ha notato scomporsi nei movimenti e spalancare la bocca perdendo l’erogatore. Stefano Zanette