MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, gli studenti scendono in piazza: "Ascoltateci"

Università al palo, esplode la protesta: completamente occupato anche da diversi camici bianchi il 'salotto buono' della città

Gli studenti scesi in piazza della Vittoria

Pavia, 8 marzo 2021 – Hanno completamente occupato piazza della Vittoria circa 300 studenti dell’Università di Pavia che questa mattina, 8 marzo, hanno manifestato per protestare contro il disinteresse della politica ai temi della formazione e del benessere degli universitari. Il presidio è stato organizzato dalle associazioni studentesche del Coordinamento per il diritto allo studio - Udu Pavia, del Gruppo Kos e del Grillaio Parlante. “Ci sentiamo dimenticati – dice il segretario di Udu Pavia, Simone Agutoli - perché da mesi ci rivolgiamo alle istituzioni senza avere alcuna risposta. La qualità del nostro percorso formativo è messo a dura prova e molti studenti sono in difficoltà psicologica ed economica. Cosa stanno facendo le istituzioni per venirci incontro? Abbiamo chiesto allo Stato di aumentare il finanziamento statale agli atenei per abbassare le tasse ma abbiamo ricevuto solo un aumento insufficiente rispetto a quanto promesso; abbiamo chiesto alla Regione di aiutare almeno gli studenti fuori sede che pagano affitti e rate dei collegi ma non abbiamo ricevuto neanche una risposta. Tutto ha un limite e non ne possiamo più di essere sbalzati continuamente tra la didattica in presenza e la didattica a distanza, senza adeguati strumenti di supporto formativo, economico e psicologico. La politica ci ascolti”. Alex Longo, consigliere di amministrazione dell’Edisu Pavia spiega alcune delle richieste formulate: “Per fare un esempio di quanto sia critica la situazione: anche quest’anno la Regione Lombardia si è limitata a coprire soltanto l’81% del fabbisogno delle borse di studio, costringendo l’Università di Pavia a sopperire con 1,4 milioni di euro dal proprio budget. Molti studenti hanno subito rallentamenti alla carriera accademica per l’oggettiva difficoltà legata alla didattica a distanza, al sostenimento degli esami in modalità telematica oppure per l’impossibilità a frequentare laboratori e reparti. Conseguentemente, una delle istanze che da un anno portiamo avanti, sia a livello regionale che nazionale, è stata quella di abbassare la soglia dei Cfu richiesti per l’ottenimento di una borsa di studio. Le problematiche erano sotto gli occhi di tutti ma le nostre richieste sono rimaste inascoltate, sembra proprio che nessuno voglia investire sul futuro del Paese”. Tanti gli studenti in camice presenti al presidio che hanno chiesto a gran voce la possibilità di tornare gradualmente in corsia a svolgere i tirocini ritenendo l’attività pratica una componente fondamentale della formazione del singolo studente. “Come futura classe medica – sottolinea Jacopo Logiudice, segretario del Gruppo Kos e senatore accademico Udu -: siamo coscienti della condizione in cui versano gli ospedali e sentiamo la responsabilità di non riuscire ad avere le competenze necessarie per curare i nostri pazienti. Lo studente deve essere considerato una risorsa da valorizzare e formare per essere in grado di rispondere al fabbisogno di salute di tutta la popolazione e saper affrontare le pandemie del domani. Invece viene considerato come ostacolo agli obblighi di cura ai quali le strutture devono assolvere, eludendo così gli obblighi di formazione che hanno in qualità di enti di ricerca e universitari”. Al momento gli studenti stanno effettuando online i loro tirocini. “Le modalità telematiche sono necessarie per evitare di subire ritardi e ripercussioni sulle carriere accademiche degli studenti - conclude Giovanni Arghittu, presidente del guppo Kos e senatore accademico Udu -: ma tale soluzione non può essere l’unica disponibile ed essere considerata adeguata e sufficiente, vista anche la natura esperienziale e professionalizzante del tirocinio”.