Stazione chiusa di notte Il vescovo: "Ripensateci"

Pavia, Sanguineti preoccupato per le conseguenze su una trentina di senzatetto

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di Manuela Marziani

Quella che si è appena conclusa potrebbe essere l’ultima notte da trascorrere in stazione per le persone che vivono per la strada. Le Ferrovie dello Stato, infatti, hanno deciso di chiudere i sottopassi dalle 2 alle 4 e l’atrio da poco dopo l’1 fino alle 4,45, le ore più fredde. Grazie alla mediazione del vescovo Corrado Sanguineti (foto a destra), che sotto ai tabelloni dei treni ha celebrato la messa della vigilia di Natale, il provvedimento annunciato nei giorni scorsi da alcuni cartelli, che doveva entrare in vigore già nella prima notte del nuovo anno, non è ancora scattato ed è stato rimandato nella speranza che venga ritirato. Ieri il prelato era fuori città per motivi personali e molto probabilmente al suo rientro oggi riprenderà le fila del dialogo con le istituzioni per trovare una soluzione almeno per l’inverno. Sono una trentina i clochard che gravitano attorno alla stazione. Alcuni sono pavesi che non hanno un alloggio, mentre altri sono di passaggio e si trattengono magari soltanto una notte non trovando posto nei dormitori della città. "Chiudendo la stazione si rischia di mettere in difficoltà i senza fissa dimora - ha detto il vescovo che per la prima volta quest’anno ha voluto celebrare una messa in stazione in segno di vicinanza con gli ultimi - che hanno nell’atrio un luogo in cui ripararsi". Se non avessero più quello, rischierebbero di doversi rifugiare dove capita, magari anche in uno degli edifici delle aree dismesse a rischio della loro vita.

Per questo motivo, a fianco di Sanguineti si sono schierate anche diverse realtà cittadine, impegnate sul fronte della solidarietà e dell’aiuto agli ultimi: Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Casa del Giovane, Croce rossa, associazione Piccolo chiostro e Ronda della Carità. Volontari che girano spesso e portano ai senzatetto bevande calde, cibo e coperte per superare la notte. Proprio loro sono disponibili ad effettuare una sorveglianza per garantire il decoro della stazione. "Ma almeno nelle giornate più fredde - hanno chiesto le associazioni - vorremmo fosse garantito un tetto a chi non ce l’ha perché i dormitori sono pieni e non hanno posto per tutti". Dopo il colloquio con il questore Alessio Cesareo e il sindaco Fabrizio Fracassi, il vescovo è riuscito a ottenere un rinvio di due giorni nella speranza che alla fine venga trovata una soluzione che tenga conto della situazione soprattutto durante l’inverno.