
Sabina Bertolini del Sindacato di base ha evidenziato i carichi di lavoro insostenibili
Quattro ore per pulire 48 camere, 17 bagni e 7 corridoi aspettando anche l’ascensore per passare da un piano all’altro. Gli operatori che effettuano le pulizie al San Matteo hanno 4 minuti al massimo per rifare una stanza. "In 3 o 4 minuti non fai le pulizie – ha detto Sabina Bertolini del Sindacato di base – dai una parvenza di pulizia. Potrebbe anche andare bene, se venissero effettuati spesso dei risanamenti. Peccato che non accada e poi, se compare una ragnatela, la colpa è di chi fa le pulizie. È successo a un’operatrice che ha ricevuto una lettera di richiamo perché non era andata a caccia del ragno".
Ieri la maggioranza di coloro che si occupano delle pulizie del Policlinico si è riunita in assemblea per discutere dei carichi di lavoro, ma anche la maggiorazione prevista per le domeniche lavorate e gettare le basi per quello che accadrà con la nuova ditta appaltatrice. L’appalto in corso, infatti, scadrà ad aprile e dovrà arrivare una nuova impresa. "Tutti i cambi d’appalto non sono stati migliorativi per noi – ha aggiunto Bertolini –. Di certo negli ultimi anni gli operatori sono dimezzati, eravamo 215, oggi siamo un centinaio. Nel frattempo, però, è stato aperto il Dea che è una struttura enorme. Almeno la costruzione è recente, mentre nella parte più vecchia e nei sotterranei ci sono topi, scarafaggi e formiche che cercano cibo, se escono la colpa è di chi fa le pulizie e non ha voglia di lavorare".
Accanto a questi problemi, gli operatori lamentano la mancata concessione dei permessi per effettuare visite specialistiche. "Un’operatrice – ha proseguito la segretaria del Sindacato di base – aveva prenotato una visita urgente al Mondino. Non potendo prendersi un giorno di malattia, ha chiesto un permesso e, pur avendo presentato documentazione, ha ricevuto un giorno di sospensione. Anche un’altra operatrice è in difficoltà perché deve accompagnare il figlio che sta seguendo una cura. Il permesso deve essere concesso, è garantito dalla legge. Ci attiveremo nelle sedi opportune perché queste cose non accadano più".
Manuela Marziani