
Teresio Olivelli nel lager di Hersbruck assisteva i malati giorno e notte Vi morì a 29 anni per il calcio nello stomaco da un kapò polacco
Con il suo corpo si frappose tra un giovane compagno di baracca ucraino picchiato e un kapò polacco. Così rimediò un violento calcio nello stomaco e morì nel campo terminale di Hersbruck, in Germania, dopo due settimane di agonia. Aveva 29 anni Teresio Olivelli, che nel 2018 è stato proclamato Beato. Oggi, in occasione dell’80° anniversario della morte del partigiano cattolico, Olivelli sarà ricordato in piazza Giacomo Matteotti a Zeme con il sottosegretario alla presidenza della Regione a Controlli, Patrimonio e Digitalizzazione Ruggero Invernizzi.
Dopo la deposizione alle 10,15 di una corona, alle 11 sarà celebrata la Messa nella chiesa di Sant’Alessandro Martire e alle 12,15 nel cimitero si terrà una visita alle tombe dei defunti decorati al valor militare e della famiglia Olivelli. Nato nel 1916 a Bellagio (Como), Olivelli nel 1923 si trasferì con la famiglia nel suo paese d’origine, Zeme, piccolo centro della Lomellina che ogni anno ricorda il “ribelle per amore“ come è noto per aver scritto “Signore facci liberi“, orazione conosciuta come “Preghiera dei ribelli per amore“.
In occasione dell’80° anniversario della Liberazione, anche a Pavia al termine della funzione religiosa è stata letta la preghiera di Olivelli che nel capoluogo pavese, al rientro dalla campagna di Russia, nel 1943 fu nominato rettore del Collegio Ghislieri a soli 27 anni. Arrestato a Milano nel 1944 e internato a San Vittore, fu trasferito nei campi di concentramento di Fossoli, Bolzano e Flossenbürg. Da prigioniero prestò assistenza religiosa ai prigionieri moribondi e si prese cura dei più deboli, anche privandosi del suo cibo per donarlo loro. Nel lager di Hersbruck Olivelli assisteva i malati giorno e di notte. Quando lo scoprivano, veniva picchiato dalle SS.
M.M.