MANUELA MARZIANI
Cronaca

Giù il valore pro capite. Record disoccupazione

La provincia di Pavia ultima in regione per capacità di generare reddito. In città troppi anziani senza Rsa. E pochi giovani, tutti in cerca di casa.

La provincia di Pavia ultima in regione per capacità di generare reddito. In città troppi anziani senza Rsa. E pochi giovani, tutti in cerca di casa.

La provincia di Pavia ultima in regione per capacità di generare reddito. In città troppi anziani senza Rsa. E pochi giovani, tutti in cerca di casa.

Una discrepanza tra redditività e capacità di generare valore aggiunto. È uno dei principali elementi che caratterizzano la provincia di Pavia, in basso nella graduatoria nazionale per valore aggiunto pro capite, 24.300 euro, 63° posto in Italia, ultimo in Lombardia e penultimo nel Nord Italia. Il tema è stato affrontato ieri, in occasione della XIII Festa del lavoro, all’incontro promosso dalla Scuola di cittadinanza e partecipazione del Laboratorio di Nazareth. "Nel secondo Dopoguerra – ha detto il direttore della Caritas, don Franco Tassone – Pavia rappresentava dopo Milano il principale centro industriale della Lombardia".

Oggi il capoluogo pavese è una città con molti anziani e pochi giovani: senza un posto in Rsa gli anziani (con 1.300 in lista d’attesa) e in cerca di casa i più giovani (10mila solo in ambito universitario). Inoltre la provincia registra un tasso di disoccupazione superiore alla media regionale, in particolare tra gli stranieri. "L’obiettivo è ambizioso – ha aggiunto don Tassone – Ricostruire un’alleanza sul lavoro, una rete che valorizzi competenze, disponibilità ed esperienze già attive sul territorio e che sia capace di dare continuità e visibilità alle iniziative in atto". Percorsi di orientamento, formazione e un legame tra domanda e offerta sono i cardini dell’alleanza.

"Puntiamo su un lavoro sicuro – ha sottolineato Fabio Fugazza di Assolombarda – Investire nella prevenzione e nella cultura della sicurezza significa tutelare la vita e la dignità dei lavoratori, contribuendo al benessere dell’intera società". Ma occorre anche ridurre il divario tra il lavoro maschile e quello femminile. In provincia su una popolazione lavorativa di 203.120 persone, le donne rappresentano il 45%. E su un totale di 13.329 assunzioni a tempo indeterminato, alle donne tocca il 40%; mentre tra le 23.744 assunzioni a tempo determinato, la percentuale femminile sale al 42%.

"Le donne – ha fatto notare Marco Contessa, segretario generale della Cisl Pavia-Lodi – percepiscono un reddito inferiore del 25% rispetto agli uomini". Eppure le prospettive ci sono: "Abbiamo organizzato un corso di formazione per falegnami e falegnami-mobilieri – ha sottolineato Enea Felice Vercesi di Cna Pavia – Hanno partecipato in venti tra giovani e over 50 e alcuni hanno trovato un impiego adeguato. Contestualmente abbiamo avviato un gruppo di interesse sul turismo enogastronomico, riscontrando una forte partecipazione".

Manuela Marziani