San Michele Maggiore, via al restauro della facciata

Costruita con la pietra arenaria probabilmente proveniente dalle cave nelle colline di Santa Giuletta in Oltrepo, la facciata di San Michele Maggiore era completamente decorata, ma il tempo ha eroso i rilievi decorativi.

"Abbiamo il dovere di salvare la basilica e consegnare l’eredità culturale alle future generazioni" ha sempre ripetuto Vittorio Vaccari, presidente dell’associazione Il Bel San Michele, che da anni si occupa della basilica che ha urgente necessità di mettere in sicurezza le parti esterne e di programmare restauri per contenere il degrado. Ora nuovamente gran parte della facciata è coperta da ponteggi e teli: è ricominciato il restauro della facciata della chiesa romanica.

L’intervento voluto dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, che ha ottenuto un finanziamento ministeriale di 400mila euro, si concentrerà sulle parti esterne per fermare il disfacimento.

Non è la prima volta che si interviene sulla facciata. In passato erano già stati fatti restauri con tecniche che sembravano risolutive, invece hanno contribuito a danneggiare la pietra che è friabile e rischia di sfaldarsi come fosse sabbia. Una volta completato il restauro della parte nord della basilica, adesso ci si focalizzerà sulla zona centrale e quella del lato sud, dopo una serie di indagini diagnostiche effettuate dai restauratori della Soprintendenza per valutare lo stato della pietra. Nel frattempo all’interno si sono conclusi i lavori della parte nord: è stata restaurata la struttura lapidea, recuperati gli intonaci storici e si è intervenuti sui serramenti.

Manuela Marziani