Pavia, rivolta al carcere di Torre del Gallo: 68 rinviati a giudizio

Nel marzo 2020 alcuni detenuti danneggiarono docce, quadri elettrici, telecamere e pareti, appiccarono il fuoco in diverse parti del carcere e salirono sui tetti

La rivolta in carcere nel marzo 2020

La rivolta in carcere nel marzo 2020

Pavia – E’ stato il giorno dell'udienza preliminare per la rivolta scoppiata nel carcere pavese di Torre del Gallo la sera dell'8 marzo 2020, all'inizio della pandemia. Tre imputati, che avevano scelto il rito abbreviato, sono stati condannati. Sono 68 i rinvii a giudizio decisi dal giudice che ha confermato il capo di imputazione di devastazione e saccheggio, non accogliendo la richiesta presentata da numerosi legali di derubricarlo in semplice danneggiamento. 

La sommossa nella casa circondariale si verificò in concomitanza con episodi simili verificatisi in altri penitenziari italiani. I detenuti protestavano contro il blocco dei colloqui, dovuto all'emergenza Covid, e le condizioni di sovraffollamento nelle celle che avrebbero aumentato i rischi di contagio. A Pavia alcuni detenuti danneggiarono docce, quadri elettrici, telecamere e pareti, appiccarono il fuoco in diverse parti del carcere e salirono sui tetti. Solo a tarda notte, dopo una lunga mediazione, tornarono nelle loro celle. Tre agenti rimasero feriti. La stima dei danni provocati dalla rivolta ammontò a circa un milione di euro.

Dei 98 imputati, sette (nel frattempo usciti dal carcere per aver concluso il loro periodo periodo di detenzione) non sono stati trovati: è stato disposto che vengano ricercati sul territorio nazionale sino al 2045, anno in cui scatterà la prescrizione. Dei sei imputati che hanno scelto il rito abbreviato, tre sono stati assolti e gli altri tre condannati rispettivamente a 7 anni e 6 mesi, a 4 anni e a 3 anni e 10 mesi. Per tutti gli altri detenuti, sono stati stabilite 12 sentenze di non luogo a procedere e 68 rinvii a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 23 maggio.