CORRADO CATTANEO
Cronaca

Previsioni meteo, un’altra settimana senza pioggia. Ma è una condanna

Il bel tempo su tutta la regione alpina porta cattive notizie per i corsi d’acqua in Lombardia

Po in secca

"L’anticiclone sulla Scandinavia si rafforza nei prossimi giorni anche sull’Europa centrale con condizioni di bel tempo sulla regione alpina. Le perturbazioni atlantiche non potranno avanzare sull’Europa e non si prevedono piogge almeno per un’altra settimana". Ha il sapore di una condanna senza appello il bollettino meteo emesso dal Centro geofisico prealpino: ancora per giorni sulla Lombardia non cadrà pioggia, né neve, scomparsa del tutto sotto i duemila metri e scarsissima più su, con ghiacciai ai minini come fosse estate. E così i decrementi dei volumi idrici, con l’Adda che segna il record negativo del decennio, sono destinati ad aumentare. Chissà fin quando. I numeri, già oggi, sono più che impietosi: in Lombardia le riserve idriche segnano un deficit del 56,8% e il manto nevoso è inferiore del 68% alla media. Lungo tutta l’asta continua a decrescere anche il fiume Po, che scende ai minimi da 30 anni a questa parte, mancando all’appello oltre 100 milioni di metri cubi di portata.

Per l’assenza di precipitazioni in Lombardia mancano quindi quasi 3 miliardi di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al 56,8% in meno rispetto al quantitativo medio delle riserve idriche (dati Arpa Lombardia), così che quello che si è chiuso ieri sarà ricordato come l’inverno più mite e secco degli ultimi 30 anni. Due o tre gradi in più della media in inverno sembrano un nulla, invece per gli esperti è qualcosa di molto preoccupante: "Tutti abbiamo in mente le estati calde e roventi degli ultimi anni – spiega Massimo Mazzoleni, del Centro Meteorologico Lombardo – ma dal punto di vista meteorologico e climatico, invece, registrare temperature medie più elevate in questo periodo dovrebbe essere un campanello d’allarme, più del caldo a luglio". Perché tre gradi in più in inverno significa cambiare clima, vivere altrove.

Guardando ai dati forniti dal Centro Meteorologico Lombardo con le temperature medie per i capoluoghi, in regione l’inverno 2021-2022 (quello meteorologico è finito il 28 febbraio) ha visto il termometro andare sopra la media soprattutto a febbraio, quando nessuna delle città capoluogo di provincia, tranne Sondrio, è andata sotto i 7,4 gradi. ​La più calda è stata Milano con 9,3°C, seguita da Lecco con 9°C, Como e Monza con 8,9°C sino a Sondrio con 6,1°C. Come in Liguria. O meglio in Sicilia. O almeno come ce la immaginavamo, perché anche lì le cose stanno cambiando: anzi, ironia della sorte, è proprio nel mezzo del Mediterraneo ormai l’area complessivamente più bagnata d’Italia: la conferma arriva dall’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, analizzando i dati annuali del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr Ibe Climate Service), che indica come il Catanese, nell’area orientale dell’isola, sia addirittura la zona più umida d’Italia, avamposto di una progressiva tropicalizzazione del clima nazionale. Mentre nella food valley regna ormai imperterrito il secco: "Una situazione che mette in serio pericolo le produzioni nelle campagne, dove le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto – sottolinea Paolo Carra, vice presidente di Coldiretti Lombardia – iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa".

Il fiume Po, al Ponte della Becca sceso a -3,27 metri, più basso che a Ferragosto, è rappresentativo della situazione di sofferenza di questa anomala primavera-invernale: i grandi laghi hanno percentuali di riempimento che vanno dal 5.3% di quello di Como al 31% del Maggiore. Una situazione che - precisa la Coldiretti - minaccia oltre il 30% della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell’allevamento. Senza che, all’orizzonte, in Lombardia si veda ancora una nuvola.