Natale a Pavia, offerto il pranzo a 370 poveri

Tre spazi religiosi hanno accolto i commensali. Consegnati anche regali

Un momento del pranzo con il vescovo

Un momento del pranzo con il vescovo

Pavia, 27 dicembre 2018 - Un regalo per ciascun ospite e un menù tradizionale. Martedì la Comunità di Sant’Egidio ha festeggiato il Natale offrendo un pranzo a 370 persone tra senza tetto arrivati anche da fuori Pavia, rifugiati e allievi della scuola d’italiano. Tre gli spazi religiosi (San Michele, San Primo e San Luca) che hanno accolto i commensali salutati dal vescovo Corrado Sanguineti e un centinaio i volontari impegnati a servire a tavola, mentre sono stati i pavesi che si sono prodigati per impacchettare tutti i doni da consegnare. "I nostri sono regali pensati – ha detto Giorgio Musso della Comunità di Sant’Egidio –. Chi vive per strada ha ricevuto un cappello, una sciarpa per stare al caldo, gli anziani un oggetto per la casa, i bambini un giocattolo, le donne un cosmetico e gli uomini un portafogli o una cintura. E, come avviene nelle nostre case, su ogni pacchetto c’era scritto il nome della persona alla quale era indirizzato".

Ad aiutare la Comunità ad acquistare tutto l’occorrente per la festa, ha contribuito anche la donna siriana arrivata a Pavia qualche tempo fa con la sua famiglia attraverso i corridoi umanitari. Molto brava ai fornelli, la giovane avrebbe voluto preparare uno dei suoi piatti in segno di riconoscenza nei confronti di chi la sta aiutando. Ma sarebbe stato troppo difficile cucinare per 370 persone. Così prima di Natale, ha realizzato con le sue mani braccialetti, collane e accessori vari che ha venduto destinando tutto il ricavato all’acquisto dei doni e degli ingredienti per preparare il pranzo. Un pranzo come quello che è arrivato sulle tavole di molte famiglie composto da un antipasto con insalata russa, lasagne, arrosto con patate, panettone con crema al mascarpone, ma anche particolarmente speciale. A preparare il primo, il secondo e il contorno per 450 persone (volontari compresi), infatti, è stata la cucina del carcere.

"Sabato pima di Natale – ha aggiunto Musso – siamo entrati a Torre del Gallo per un pranzo molto particolare. Circa venti detenuti hanno potuto mangiare con le proprie famiglie, tenere in braccio i bambini e passare una giornata diversa". Tra feste con gli anziani e nei quartieri più difficili della città, negli ultimi giorni sono stati oltre 600 i commensali della Comunità di Sant’Egidio. "I nostri pranzi di Natale – ha concluso Musso – stanno diventando una tradizione alla quale la città con alcuni ristoranti e molti singoli rispondono dandoci una mano, testimoniando attenzione nei confronti dei poveri, degli stranieri e di chi vive in strada".