"Attorno a me ci sono pini e abeti, alcuni maestosi, altri piccini, alcuni cresciuti in terra buona, altri sbucati dalla nuda pietra. È proprio del seme provarci, poi l’avventura della vita a narrare la storia". Maria Teresa Assorbi, la compagna di Daniele Marchi, il docente ucciso poco più di un anno e mezzo fa mentre andava al lavoro in bicicletta il seme lo ha gettato. Lo ha fatto con una pedalata per il centro in ricordo del compagno alla quale hanno partecipato circa 200 persone. Bambini, adulti, anziani magari anche con i loro cagnolini che volevano lanciare un messaggio preciso: mai più. "Intendiamo far vedere alla nuova amministrazione comunale – ha detto Paolo Colucci della Fiab che ha organizzato la manifestazione voluta dalla famiglia del docente – che vogliamo una città diversa, dove la bicicletta sia il mezzo principale per gli spostamenti. Per questo occorre adottare scelte forti, perché le decisioni che palazzo Mezzabarba prende in tema di mobilità, influenzano la vita di tutti". Daniele Marchi insegnava all’asilo Negri in Borgo Ticino. Il 23 gennaio dell’anno scorso è stato travolto e ucciso in viale della Resistenza.
Per questo il corteo che si è mosso da piazza Leonardo da Vinci, ha toccato viale Resistenza e l’asilo prima di raggiungere il Comune. "Ho sentito bambini pronunciare il tuo nome ridendo - ha detto Maria Teresa Assorbi che ha voluto ricordare la vita trascorsa accanto a Daniele - e ho capito che siamo noi aduti a ricordarti, nel modo sbagliato, con le lacrime. Il modo giusto è come fanno i bambini, con gioia". Ma non si deve dimenticare. "A Pavia ci sono stati troppi incidenti anche mortali che hanno coinvolto le biciclette – ha sottolineato la donna –, urge rendere più sicura la città. Daniele ha sempre portato frutti a chi l’ha conosciuto, vorremmo che l’incidente accaduto a Daniele, fosse l’occasione per una riflessione sulla tematica". M.M.