
Gli uomini della Finanza davanti all’ingresso della ditta Biolevano
Olevano Lomellina (Pavia) 29 gennaio 2021 - Non c’è voglia di parlare alla Biolevano il giorno dopo la bufera che ha travolto l’azienda a seguito dell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha accertato una maxi-truffa da 143 milioni di euro in danno dello Stato per incentivi che non avrebbero dovuto essere incassati. La biomassa utilizzata per larga parte non rispettava i criteri voluti dalla legge. Tredici le persone indagate, undici delle quali sottoposte ad arresti domiciliari e obbligo di firma. Ieri l’attività dell’impianto che si trova sul confine tra Olevano e Castello d’Agogna si è svolta regolarmente: nel parcheggio antistante la struttura una dozzina di auto, in giro nessuno e tanta tensione nell’aria. L’autorità ha nominato un amministratore giudiziario che reggerà le sorti dell’azienda sino a quando la vicenda non sarà chiarita ma è evidente che ci sia preoccupazione per il futuro. E proprio in questo senso ha voluto esprimersi il sindaco di Olevano, Luca Mondin. "Il Comune monitora con attenzione la situazione – dice il primo cittadino - trattandosi di un impianto di grande importanza per il territorio. Ho piena fiducia nell’azione della magistratura, con cui, peraltro, avvierò al più presto un dialogo a tutela dei lavoratori della centrale (una ventina) e dei cittadini di Olevano". "Com’è ovvio – aggiunge - per ogni ulteriore considerazione bisognerà attendere l’esito del procedimento giudiziario, che è ancora all’inizio. Posso dirmi rassicurato dal fatto che, al momento, dalla indagini non emergano irregolarità dal punto di vista ambientale". E proprio su questo fronte l’associazione Futuro Sostenibile in Lomellina ha tenuto a sottolineare che la sua nascita, nel 2008, coincide proprio con la battaglia per l’ambiente legata alla Biolevano. "Siamo orgogliosi di esserci stati in tanti dice una nota - sempre compatti con un forte senso etico e civico. Grazie a tutti quelli che ancora oggi con noi stanno percorrendo la strada della legalità, della tutela dell’ambiente e della nostra salute". L’indagine della magistratura era partita nell’ottobre di due anni fa a seguito delle deposizioni di Luca Brindisi, 45 anni, imprenditore vigevanese, amministratore della ForEnergy e tra gli indagati, che aveva rivelato il complesso meccanismo della truffa. A più riprese aveva sottolineato che al 2015 i rapporti tra la sua azienda e la Biolevano erano diventati "patologici" e che da allora era stato oggetto di sopraffazioni e vessazioni sino ad essere estromessa dal meccanismo illecito costruito. Il Gip di Pavia, ha anche evidenziato come "non sia affatto chiaro che parte abbia avuto Brindisi nella vicenda e cosa lo abbia spinto a uscire allo scoperto denunciando alla Finanza l’operato della Biolevano". Intanto l’eurodeputato pavese della Lega, Angelo Ciocca, ha depositato ierii un’interrogazione alla Commissione europea perché l’istituzione europea si costituisca parte civile, in quanto parte lesa dalla truffa.