Operai morti sul lavoro a Villanterio, dolore e lacrime: "Non si può morire così"

Davanti al cancello della DiGiMa il ricordo dei due operai morti a causa di una nube tossica

Le forze dell'ordine alla DiGiMa di Villanterio

Le forze dell'ordine alla DiGiMa di Villanterio

Davanti al cancello della DiGiMa tanti uomini increduli con le lacrime agli occhi: "Non si può morire così". Proprio in quell'azienda, infatti, sono morti due operai a causa di una nube tossica. Tutti conoscevano Alessandro Brigo, che ieri avrebbe compiuto 50 anni e, oltre al suo lavoro, era impegnato come volontario nella Protezione civile. "Conoscevo bene Alessandro - ha ricordato il sindaco di Copiano Andrea Itraloni - in questo periodo, quando era libero dal lavoro svolgeva servizio al Mondino per aiutare le persone che si devono vaccinare. La moglie poi, Laura Romagnoli, è con me in amministrazione da molto tempo e hanno due ragazzi Filippo di 18 e Benedetta di 16 anni". Ieri Alessandro Brigo stava lavorando alla DiGiMa, quando a causa di un guasto è stato investo da una nube di gas sprigionata dai resti delle macellazioni. Nulla di chimico, sembra, ma comunque letale. Di che cosa si trattasse esattamente lo stabiliranno gli accertanti ai quali saranno sottoposti alcuni campioni di liquami prelevati dai carabinieri che stanno indagando.

E si dovrà anche valutare se non si sia verificato un guasto all’impianto della ditta che opera da oltre 50 anni. Per fare luce su quanto accaduto ieri attorno a mezzogiorno nell’azienda che dagli scarti della macellazione ricava mangimi e farine, è stata costituita una task force composta da vigili del fuoco anche con gli specialisti del nucleo Nbcr, Ats, Arpa, ispettorato del lavoro e carabinieri. "Recentemente il titolare della DiGiMa, Maurizio Dinosio - ha spiegato il sindaco di Villanterio Silvio Corbellini - aveva chiesto le autorizzazioni per adeguare l’impianto. Ci eravamo incontrati in videoconferenza e avevamo discusso degli adempimenti che stavano completando per evitare che continuassero le emissioni non nocive per l’ambiente, ma fastidiose". Nulla che potesse, però, far pensare a un problema di sicurezza. Ma non tutti i dispositivi di sicurezza erano stati messi in atto. Da una prima impressione, infatti, i due operatori non indossavano dispositivi di protezione. E ieri sera, dopo essere stato sottoposto a controlli medici, Dinosio è stato accompagnato nella caserma dei carabinieri di Villanterio per essere sentito alla presenza dei suoi avvocati. Già a metà giugno in prefettura si costituirà un tavolo permanente per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro.