Pavia, cestista morì per un problema cardiaco: in suo nome donati 4 defibrillatori

La moglie di Alessio Allegri: i bambini erano la sua vita, sarebbe felice nel vedere gli strumenti salvavita nelle case dei più piccoli

La consegna di uno dei quattro defibrillatori

La consegna di uno dei quattro defibrillatori

 

Pavia, 26 marzo 2022 – Un defibrillatore semiautomatico, indispensabile per agire immediatamente in caso di necessità è da oggi nelle mani di quattro famiglie che tra i loro componenti hanno chi è affetto da patologie genetiche in grado di aumentare il rischio di morte cardiaca. La donazione è frutto della solidarietà delle associazioni Alessio Koeman Allegri e Una famiglia per il cuore e dell’impegno scientifico di Silvia Priori, primario di Cardiologia molecolare di ICS Maugeri di Pavia. "La raccolta fondi, infatti, è stata possibile grazie allo straordinario impegno della famiglia e degli amici di Alessio Koeman Allegri, il cestista di Garbagnate che tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere ricordano come raro esempio di lealtà e talento sportivo, di dedizione e cura di ogni persona che aveva bisogno di lui, instancabile nella sua attività di insegnante e coach. Morto improvvisamente sul campo da gioco a causa di una patologia genetica, la famiglia ha inteso proseguire il suo impegno verso la comunità dando vita alla fondazione che ne porta il nome. La moglie di Alessio, in particolare, nel tempo si è dimostrata instancabile sostenitrice della ricerca.

“Quando ho aperto la porta di casa mia e mi sono trovata davanti alcune mie amiche – ha raccontato commossa Claudia Allegri -, mi sono resa conto che la loro non era una visita di piacere. Infatti Alessio, mentre giocava è crollato sul campo di basket. Nonostante i soccorsi tempestivi il giorno dopo non c’era più. Non avevamo nessun sentore di quanto sarebbe accaduto. Pochi giorni dopo è nato il nostro bambino, Liam, il motore che ha spinto me, la famiglia di Alessio e i suoi amici a creare questa associazione”. Alessio Allegri, Koeman, com’era stato soprannominato, viveva per i bambini e i defibrillatori sono andati proprio a Salvatore e Giusi di Ravenna arrivati a Pavia con Emma, 8 anni, che ha la sindrome del QT lungo, ma anche a papà Alberto e mamma Alessandra di Novara con il loro Leonardo di 6 anni e un fratello, Enrico di 22 con la tachicardia ventricolare catecolaminergica, come a Riccardo, 7 anni, pure lui di Novara che ha scoperto alla Maugeri la sindrome del QT lungo con la mamma Pamela.

Marco, fiorentino, invece, alla Maugeri è di casa. Nel 1994 quando aveva 14 anni, gli è diagnosticata una tachicardia ventricolare catecolaminergica. “Azionandosi durante una partita tra amici – ha testimoniato Marco – il defibrillatore interno mi ha salvato la vita e lo ha fatto più volte. Adesso posso dare una mano anche al mio bambino nel caso in cui dovessero verificarsi dei problemi”. Il figlio di Marco ha purtroppo ereditato la patologia del padre.