
Il professor Alberto Mojoli in Tribunale ha patteggiato una pena di due anni per violenza sessuale su 11 studentesse
Destituito con effetto immediato dai ruoli che svolgeva in Ateneo: si è concluso così il procedimento disciplinare avviato nei confronti del professor Francesco Mojoli. Accusato di molestie sessuali su undici specializzande Mojoli, ex primario sospeso dalla guida della Rianimazione 1 del San Matteo, in Tribunale aveva patteggiato due anni (pena sospesa). Ora è arrivato il provvedimento dell’Università. "Con decreto rettorale del 26 febbraio 2025 – riporta una nota – è stata disposta la destituzione con effetto immediato del professor Francesco Mojoli dai ruoli dell’Università di Pavia a seguito del procedimento disciplinare conclusosi con deliberazione del Cda assunta nella seduta del 25 febbraio e in conformità al parere vincolante reso dal Collegio di disciplina in data 17 febbraio".
Per l’Unione degli universitari che nei giorni scorsi tra studenti, medici e funzionari aveva raccolto più di 300 firme per chiedere l’allontanamento del docente, "la rimozione immediata del professor Mojoli da parte dell’Ateneo rappresenta un primo passo, ma non basta. C’è un sistema che troppo a lungo ha protetto le proprie gerarchie, lasciando prive di tutela le categorie più vulnerabili". A dicembre il docente ha patteggiato la condanna per violenza sessuale. "Da anni le specializzande segnalavano un clima tossico trovandosi di fronte a un muro di silenzio e inerzia istituzionale – protesta Giulia Papandrea, segretaria del Coordinamento per il diritto allo studio-Udu Pavia – Di fronte all’inerzia dell’Ateneo, si sono organizzate per ottenere giustizia. Dopo il patteggiamento, con una lettera aperta al rettore e alla facoltà di Medicina abbiamo denunciato l’inadeguatezza delle misure adottate. Il provvedimento adottato ora dimostra che la pressione collettiva funziona, ma l’Università ha dimostrato di non garantire una reale tutela a chi subisce abusi di potere".
Manca un canale efficace per le denunce interne. "Il Comitato unico di garanzia che dovrebbe proteggere gli studenti – aggiunge Papandrea – si è rivelato inadeguato. Chiediamo che a questa rimozione segua un cambiamento reale e strutturale. Vorremmo un tavolo di lavoro per rendere la sicurezza accessibile a tutti. Non basta espellere un singolo colpevole: bisogna smantellare il sistema che l’ha reso impunito troppo a lungo".
Manuela Marziani