
Un poliziotto
Pavia, 28 ottobre 2020 - Li ha definiti «angeli», un termine anche abusato negli ultimi tempi, ma che calza a pennello sulla divisa di due agenti della questura di Pavia. È stato il figlio di una donna di 72 anni a chiedere aiuto, dalla Francia dove vive con la moglie, agli "angeli blu" e loro hanno risposto. Si sono presi cura dell’anziana rimasta ad aspettare il marito nel parcheggio della Maugeri finché l’uomo non è arrivato.
L’episodio si è verificato qualche settimana fa, quando la coppia era arrivata in via Maugeri per una visita cardiologica alla quale doveva essere sottoposto l’uomo. Per le misure anti Covid, però, la moglie non l’ha potuto accompagnare all’interno, è stata costretta a restare in auto. Senza il marito che è un po’ il suo punto di riferimento, però, l’anziana affetta da Alzheimer, che chiameremo Luisa, si è sentita persa e ha cominciato a vagare senza meta e senza scarpe. La donna ha avuto comunque la prontezza di prendere il telefono e chiamare il figlio. "Mi sono persa e non so tornare a casa".
Stando lontano, però, non poteva arriva a Pavia e prendersi cura della madre. Preoccupatissimo, l’ha affidata al 112. "Alla centrale operativa - ha spiegato Andrea Botte, dirigente delle Volanti - è arrivata una chiamata che ci segnalava un’anziana disorientata. Effettivamente quando siamo arrivati sul posto, dopo circa mezz’ora di ricerche abbiamo trovato un’anziana disorientata e confusa". Con molta attenzione gli agenti si sono avvicinati a Luisa che era particolarmente intimorita e piano piano sono riusciti a ricostruire che cosa era accaduto. Hanno saputo che il marito era in ospedale e ignorava che la moglie si fosse persa nel momento in cui non lo aveva più visto.
Stando al telefono con il figlio, i poliziotti sono riusciti a farsi dire il modello di auto usata dalla coppia e l’hanno ritrovata. Così uno degli agenti è rimasto con l’anziana nel parcheggio e l’altro è andato a cercare il marito di Luisa dal cardiologo. Dopo la visita, l’agente ha accompagnato l’uomo dal collega e da Luisa che ha gettato le braccia al collo di chi l’aveva aiutata, scusandosi per aver creato un simile trambusto. E poco dopo anche il figlio ha voluto ringraziare gli "angeli" di sua madre inviando una mail. "Siete stati veramente gentilissimi - scrive l’uomo -, grandiosi direi".