Ammazzata dal nipote per due grammi di droga

Landriano, la lite degenerata nell’assassinio della zia Gabriella Cusaro sarebbe scoppiata perché lei aveva nascosto l’hascisc al 26enne

Le indagini proseguono anche per stabilire l’ora esatta del delitto in via Cerca

Le indagini proseguono anche per stabilire l’ora esatta del delitto in via Cerca

Landriano (Pavia), 13 giugno 2021 -  Pochi grammi di hascisc. Non certo un movente, ma il pretesto della lite sfociata nell’omicidio della zia 77enne Gabriella Cusaro. Il nipote 26enne Andrea Cusaro resta in carcere a Torre del Gallo in stato di fermo, in attesa dell’udienza di convalida fissata per domani mattina. Per i carabinieri della Compagnia di Pavia il caso è di fatto chiuso, in attesa comunque dell’esito degli accertamenti tecnici che dovranno chiarire molti aspetti ancora tutt’altro che definiti della drammatica vicenda avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì nella villa di via Cerca a Landriano. Innanzitutto l’orario della lite e dell’omicidio. Contrariamente a quanto inizialmente trapelato sul fatto che il nipote fosse rincasato a notte fonda, da quel che risulta ai carabinieri il 26enne sarebbe invece rientrato a casa non molto dopo la mezzanotte, praticamente subito dopo essersene andato dal bar Portichetto dove aveva trascorso la serata fino allo scattare del coprifuoco. L’allarme all’Areu per i soccorsi, chiamati dalla madre del 26enne dopo che aveva ricevuto la telefonata del figlio, è scattato però poco dopo le 5. Un lasso di tempo troppo lungo per la lite sfociata nell’omicidio che o non è iniziata subito oppure potrebbe anche essere avvenuta prima. Indicazioni più precise sull’orario del delitto potrebbero essere fornite dall’autopsia che si terrà non prima di domani, quando verrà formalmente conferito l’incarico, forse martedì. Nel frattempo il 26enne, nel primo interrogatorio, pur collaborando con gli inquirenti ma apparendo a dir poco confuso, non sarebbe stato in grado di ricostruire in modo puntuale le ore di quella tragica nottata, avendo una sorta di buco temporale che potrebbe essere stato provocato da quello che è un evento traumatico anche per chi lo commette. La discussione tra il nipote, che aveva già lasciato la casa dei genitori lo scorso anno, e la zia che lo aveva ospitato come un figlio e che pare fosse sempre più preoccupata per lui, sarebbe scaturita da un pretesto banale come due grammi di droga. La zia l’aveva nascosta per evitare che il 26enne la fumasse e in effetti i carabinieri hanno poi rinvenuto nell’abitazione un grammo di hascisc e uno di marijuana. Dai primi riscontri il giovane era in cura proprio per la dipendenza da droghe leggere, non da molti mesi, forse spinto dalla stessa zia che voleva aiutarlo a uscirne. Ma pare che lui vivesse come una sorta di persecuzione nei propri confronti quelle che erano invece attenzioni amorevoli per il suo bene e la sua salute. Restano inoltre da precisare le condizioni psichiche del 26enne, sulle quali di certo verranno disposte perizie.