"Avete fatto entrare odio e violenza in un luogo di pace e amore. Giù le mani dai santuari": una settimana dopo la manifestazione nazionale di Milano, le associazioni animaliste sono tornate di nuovo in piazza. Ieri pomeriggio i simpatizzanti di Cadapa. Avi, Meta, No Mattatoio Milano, Meta Milano, Meta Pavia, Fronte Animalista e Codice Vegan, circa trecento persone, hanno sfilato dal ponte coperto a piazza Leonardo da Vinci per dire: "Io non sono Stato". La manifestazione voleva esprimere solidarietà nei confronti del rifugio Cuori liberi di Sairano, una frazione di Zinasco e di tutti i santuari.
Proprio a Sairano, quando la peste suina africana è riuscita ad entrare, le autorità sanitarie, per evitare il dilagare del virus, hanno abbattuto 9 maiali sopravvissuti. A loro protezione quel fatidico 20 settembre volontari e attivisti in presidio permanente si sono barricati pacificamente all’interno del rifugio. Ne sono seguite aggressioni da parte delle forze dell’ordine, che hanno usato la forza per entrare. "Quel giorno è stata compiuta una vera mattanza di animali - hanno detto i manifestanti -, che innocenti e inconsapevoli hanno accolto scodinzolando i portatori di morte". Con i proprietari del rifugio di Sairano tra la folla, il corteo si è mosso molto lentamente e senza disordini in un centro in cui i negozi avevano abbassato le saracinesche. "Abbiamo pagato di tasca nostra fior di quattrini per uccidere tutti quegli animali nel modo più barbaro che un uomo possa inventare - hanno detto -. Inoltre ci sono 19 milioni stanziati per gli allevatori". La psa è entrata in Italia 45 anni fa "e non è ancora stato trovato un antidoto". "Sono qui per difendere l’animalità dell’umanità" aveva scritto un manifestante sullo zaino che portava sulle spalle. "Quanto accaduto rafforza il movimento per i diritti degli animali a chiedere giustizia per i suini barbaramente uccisi e per tutti gli attivisti che hanno cercato di proteggerli ricevendo manganellate - hanno detto gli animalisti in una nota -. Questa tragica vicenda può rappresentare un precedente per ulteriori gravi violazioni nei rifugi di animali italiani".