
Un trattore con il rimorchio pieno d’uva (Torres)
Santa Maria della Versa, 30 agosto 2017 - Le lunghe code di trattori fermi in attesa di poter varcare i cancelli e scaricare rimorchi colmi di uva sono ancora un lontano ricordo, ma dopo un anno di black out assoluto, la storica cantina «La Versa» - acquisita a febbraio scorso all’asta da una newco controllata al 70% da Terre d’Oltrepo di Broni e Casteggio e al 30% da Cavit - ha ripreso ad operare. Forza ridotta, per ora, a 6 addetti (erano più di 40) sotto l’egida della nuova società «Valle della Versa Srl». La parte commerciale è di Terre d’Oltrepo, quella tecnica e industriale di Cavit. La previsione per quest’anno è di vinificare circa 25mila quintali di uve per farne vini bianchi (Pinot, Riesling e Moscato) e spumanti. Meno di un quarto di quanto lavorava, negli anni d’oro, la storica cantina «La Versa 1905». Ancor meno rispetto ai 400-450mila quintali che Terre d’Oltrepo si attende da una vendemmia falcidiata prima dalle gelate e poi dalla siccità.
Eppure è un inizio importante, strategico come conferma il presidente di Terre d’Oltrepo, Andrea Giorgi: «Santa Maria della Versa - dice - è destinato a diventare il nostro centro d’eccellenza per vini bianchi e spumanti mentre l’enopolio di Casteggio è quello dedicato ai vini rossi fermi e quello di Broni il caposaldo tecnologico dove, ad esempio, si arriva a vinificare fino a 15mila quintali in un giorno». Un centinaio di viticoltori (prima i soci erano oltre 300) si sono convinti che la cantina «La Versa» può riprendere a marciare a gonfie vele. Cresce, infatti, la fiducia sul fatto che è stato esorcizzato l’incubo di una maxi cattedrale vuota per sempre nel deserto di mega silos ed impianti e nei caveau c’è ancora qualcosa come un milione di bottiglie, soprattutto di spumanti. Un tesoretto , nel periodo che ha preceduto l’asta, da 4,2 milioni di euro. «Forse un po’ sopravvaluto - osserva, con cautela, Giorgi - comunque prodotto buono, in qualche caso eccellente e a ottobre sarà pronta una prima selezione di 5-10mila bottiglie che sarà messa in vendita, anche dal nostro wine point di Santa Maria della Versa, prossimo a riaprire, a un prezzo di fascia medio alta (dai 10 ai 20 euro)».
L'obiettivo del primo anno è di arrivare almeno a 6 milioni di fatturato per poi salire, nel prossimo triennio, a 10, soglia sufficiente per garantire anche un margine di redditività. Possibile soprattutto anche perché sono azzerati i debiti con le banche (16 milioni di euro). Poca cosa rispetto ai 178 milioni di fatturato di Cavit o ai 40 ed oltre di Terre d’Oltrepo? «No, straordinariamente importanti anche come segnale per il territorio», ribatte il presidente Andrea Giorgi.